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ABSTRACT – C’è un legame importante tra la prima enciclica di san Paolo VI, la Ecclesiam suam (ES), e l’esortazione apostolica Evangelii gaudium (EG) di papa Francesco ed esso riguarda la coscienza popolare della Chiesa.
Proprio all’inizio della EG papa Francesco cita il suo predecessore con queste parole: «Paolo VI invitò ad ampliare l’appello al rinnovamento, per esprimere con forza che non si rivolgeva solo ai singoli individui, ma alla Chiesa intera. Ricordiamo questo testo memorabile [della Ecclesiam suam] che non ha perso la sua forza interpellante: “La Chiesa deve approfondire la coscienza di se stessa, meditare sul mistero che le è proprio”» (ES 26). Da questa coscienza di se stessa, aggiunge poco più avanti papa Francesco, citando ancora l’Ecclesiam suam, «deriva perciò un bisogno generoso e quasi impaziente di rinnovamento, di emendamento cioè dei difetti, che quella coscienza, quasi un esame interiore allo specchio del modello che Cristo di sé ci lasciò, denuncia e rigetta». E papa Francesco afferma: «Il Concilio Vaticano II ha presentato la conversione ecclesiale come l’apertura a una permanente riforma di sé per fedeltà a Gesù Cristo. […] “La Chiesa peregrinante verso la meta è chiamata da Cristo a questa continua riforma, di cui essa, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno”» (EG 25).
Per Francesco poi, che guarda a questi argomenti con gli occhi del documento di Aparecida, sia la «pietà popolare» sia la «mistica popolare» – temi che toccano lo spazio più intimo della coscienza che la Chiesa ha di se stessa – sono realtà divine pienamente incarnate nelle realtà umane, e in modo molto particolare nel popolo. Per questo egli afferma: «A volte sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore. Ma Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri. Aspetta che rinunciamo a cercare quei ripari personali o comunitari che ci permettono di mantenerci a distanza dal nodo del dramma umano, affinché accettiamo veramente di entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezza. Quando lo facciamo, la vita ci si complica sempre meravigliosamente e viviamo l’intensa esperienza di essere popolo, l’esperienza di appartenere a un popolo» (EG 270; corsivi nostri). Francesco definisce tale esperienza, descritta e vissuta da lui stesso nella sua personale e ampia esperienza pastorale, in termini di «mistica». Il ricordo e la celebrazione dei cinquant’anni dall’Ecclesiam suam e la canonizzazione di Paolo VI sono l’occasione per seguire l’invito di papa Francesco a vivere una più forte e sentita coscienza popolare della Chiesa.
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THE POPULAR CONSCIENCE OF THE CHURCH. Short itinerary from ‘Ecclesiam Suam’ to ‘Evangelii Gaudium’
In this article we try to show the link between Ecclesiam Suam by Paul VI and Evangelii Gaudium by Pope Francis regarding the popular conscience of the Church. After the first Conference in Rio de Janeiro (1955) the Latin American Church has become increasingly aware of the remarkable cultural, political and economic changes of their Continent, and has rediscovered the value of popular piety, basic ecclesial Communities, and the importance of dialogue between faith and culture. These discoveries were taken up by Pope Francis in Evangelii Gaudium. The author is emeritus professor of philosophy at the USAL University of San Miguel (Argentina).