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ABSTRACT – Il 18 luglio di quest’anno si è celebrato il centesimo anniversario della nascita di Nelson Rolihlahla Mandela. Co-vincitore del premio Nobel per la pace (1993) e insignito di molte onorificenze, egli è stato il primo presidente del Sudafrica democratico post-apartheid (1994-99) ed è riconosciuto per comune consenso come uno dei più grandi statisti del XX secolo.
Fin dall’inizio della sua Presidenza, Mandela dichiarò che avrebbe ricoperto un solo mandato per un quinquennio (sebbene la Costituzione gli desse la possibilità di due mandati). Sotto la sua presidenza, nel 1997 fu poi adottata una nuova Costituzione. Le clausole riguardanti i diritti socio-economici e culturali la fecero salutare universalmente come una delle Costituzioni più inclusive e progressiste al mondo.
La presidenza di Mandela si contraddistinse per l’accento posto sulla riconciliazione e sulla costruzione della nazione, al fine di unire un Paese che aveva attraversato decenni di conflitto non dichiarato e tre secoli di razzismo bianco. Due eventi illustrano il suo metodo: la Coppa del mondo di rugby del 1995 e la Commissione per la verità e la riconciliazione del 1996-98.
Sotto il profilo dell’amministrazione ordinaria, la presidenza Mandela ha dato risultati contrastanti. Pur impegnandosi a ridurre il divario tra la maggioranza della popolazione povera e la minoranza benestante (divario che per lo più rispecchiava quello tra i cittadini neri e quelli bianchi), e pur varando programmi per l’edilizia residenziale pubblica e per il welfare, come pure una decisa azione di promozione e di rafforzamento economico della popolazione coloured, gli esiti sono stati incerti. A trarre beneficio da questa politica, in ultima analisi, furono la classe ricca e quella media (ovvero sia i «vecchi» bianchi sia la «nuova» borghesia nera in rapida ascesa). Quando, nel 1999, concluse il suo mandato, Mandela fu il primo a riconoscere che gli obiettivi della Carta della libertà non erano stati ancora realizzati.
Una volta in pensione, egli si concentrò su opere di carità che aveva avviato già da presidente, investendovi una parte sostanziosa del suo stipendio: il suo Children’s Fund («Fondo per i bambini»), e nel 1999 la Nelson Mandela Foundation, impegnata nell’istruzione, nello sviluppo e nella prevenzione dell’Hiv/Aids.
Esaminando la sua carriera, lo stile della sua leadership, la sua fede e alcune delle polemiche postume su di lui, è possibile concludere che, nonostante i suoi molti difetti, la sua grandezza resta intatta. Anzi, si può dire che, soprattutto da personaggio pubblico, Mandela – di formazione metodista – ha incarnato molti dei precetti fondamentali del pensiero sociale cattolico.
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NELSON MANDELA. His life and his legacy
On July 18 this year the centenary of Nelson Rolihlahla Mandela’s birth was celebrated. Co-winner of the Nobel Peace Prize in 1993 and recipient of many honors, he was the first president of post-apartheid democratic South Africa (1994-99) and is recognized by consensus as one of the greatest statesmen of the 20th century. This article examines his career, the style of his leadership, his faith and some of the posthumous controversies about him, concluding that his greatness remains intact despite his many flaws. The author is professor of Ethics at the «Steve Biko Centre For Bioethics», Witwatersrand University (Johannesburg).