In questi ultimi mesi hanno fatto discutere due decisioni della Federcalcio, che ha ritenuto la bestemmia un comportamento «offensivo e oltraggioso» e ha vietato ai giocatori di «esibire scritte con contenuto personale, politico e religioso». Nel modo in cui utilizza il nome di Dio, un giocatore esprime non solamente il tipo di rapporto che vuole stabilire con il suo Creatore, ma anche il suo autocontrollo e la sua intelligenza. Inoltre in una partita di calcio si devono distinguere i segni scaramantici e superstiziosi da un’autentica fede. Per evitare che il nome di Dio divida invece di unire, si deve appoggiare anche la decisione della Fifa che ha chiesto di moderare le preghiere in campo. Infine il vero antidoto della bestemmia è l’educazione basata sui valori umani e spirituali e sulla testimonianza degli educatori.
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LA BESTEMMIA NEL CALCIO

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