|
La croce: simbolo archetipale
La croce è una figura geometrica semplice, fatta di due linee perpendicolari ad angolo retto. Questa forma, conosciuta da diverse civiltà, è un simbolo archetipale interpretato da sempre come «passaggio», mediazione tra Terra e cielo, finito e infinito, contingente ed eterno.
L’intersezione dei due assi, il «quinto» punto della croce è considerato contemporaneamente il centro del cerchio e il centro del quadrato, che consente la comunicazione tra due mondi: il cielo e la Terra, il finito e l’infinito. Quel punto è il centro del cosmo, l’omphalos.
Conosciuta nelle culture antiche per indicare la vita e il divino – ad esempio, nel mondo egizio il faraone tiene tra le mani la croce ansata, che allude al dono della rinascita e dell’immortalità –, la croce è diventata il simbolo cristiano per eccellenza, assumendo, sin dai primi secoli, molteplici valenze antropologiche e cosmologiche.
Innumerevoli sono le riflessioni sulla croce elaborate dai Padri della Chiesa. Così, se per Giustino (110-163/167) l’uomo si differenzia dagli altri animali in quanto è eretto e può stendere le mani, indicando così la forma della croce, per il vescovo Massimo di Torino (380-420) l’uomo che cammina e che alza le braccia, come pure la stessa volta celeste, è a forma di croce. Essa diventa il sigillo della creazione, il segreto che vive al cuore del cosmo, tanto ricercato dalla filosofia greca e ora finalmente riconosciuto.
La fede cristiana può così dare un nome a quanto indagato dai filosofi greci, a cominciare dai presocratici e poi da Platone. Giustino, cercando di creare un legame tra la filosofia e il nuovo mondo cristiano, riflette su come Platone nel Timeo abbia concepito la natura del Figlio di Dio secondo la forma della X (la lettera chi dell’alfabeto greco, che ha forma grafica di croce), senza però comprendere che quel segno era la croce.
Egli scrive: «L’affermazione contenuta nel Timeo di Platone a proposito della natura del Figlio di Dio, quando dice: “Lo dispose nell’universo a forma di X”, è stata anch’essa attinta da Mosè» e prosegue…
***
THE BEAUTY OF THE CROSS
After the countless representations of it over the centuries, how does the event of the cross present itself to us today? What face of God is revealed in the Crucifix? The article accompanies the reader to the revelation of the paradoxical beauty of God, starting from the representations of the first centuries up to the latest reflections of the 20th century. In a continuous dialectic between Christus triumphans and Christus patiens, between beauty and horror, between glory and kenosis, while commenting on some central iconographic themes in the history of Christian East and West, the beauty of the Crucifix is an appeal that brings out the truth of man’s encounter with God, an interrogation of the deepest dimensions of the mystery of life.