I poveri in un mondo dominato dai «big data»
Nell’era dell’intelligenza artificiale (IA) l’esperienza umana sta cambiando profondamente, ben più di quanto la stragrande maggioranza della popolazione mondiale riesca a vedere e a comprendere. La vera e propria esplosione dell’IA ha un forte impatto sui nostri diritti nel presente e sulle nostre opportunità future, determinando processi decisionali che, in una società moderna, riguardano tutti. Si rivela un enorme cambiamento tecnologico, che prospetta grandi benefìci e rischi insidiosi. La proporzione in cui rischi e benefici si presenteranno dipenderà dai pionieri e dai creatori di questa tecnologia, e in particolare da quanto sarà chiara la loro visione del bene comune e corretta la loro comprensione della natura dell’esperienza umana[1].
Bisogna capire che l’intelligenza artificiale rappresenta una sfida e un’opportunità anche per la Chiesa: è una questione di giustizia sociale. Infatti, la ricerca pressante, avida e non trasparente dei big data, cioè dei dati necessari ad alimentare i motori di apprendimento automatico[2] può portare alla manipolazione e allo sfruttamento dei poveri: «I poveri del XXI secolo sono, al pari di chi non ha denaro, coloro che, in un mondo basato sui dati e sulle informazioni, sono ignoranti, ingenui e sfruttati»[3]. Inoltre, gli stessi scopi per i quali vengono addestrati i sistemi di IA possono portarli a interagire in forme imprevedibili per garantire che i poveri vengano controllati, sorvegliati e manipolati.
Attualmente i creatori di sistemi di IA sono sempre più gli arbitri della verità per i consumatori. Ma al tempo stesso le sfide filosofiche essenziali – la comprensione della verità, la conoscenza e l’etica – si fanno incandescenti man mano che le possibilità dell’IA crescono verso e oltre il superamento dei limiti cognitivi umani[4]. Nel contesto dei progressi del XXI secolo, l’esperienza e la formazione della Chiesa dovrebbero essere un dono essenziale offerto ai popoli per aiutarli a formulare un criterio che renda capaci di controllare l’IA, piuttosto che esserne controllati.
La Chiesa è chiamata anche alla riflessione e all’impegno. Nelle arene politiche ed economiche in cui viene promossa l’IA devono trovare spazio le considerazioni spirituali ed etiche. Soprattutto, nel XXI secolo l’IA è una disciplina e una comunità assetata di evangelizzazione. La Chiesa deve impegnarsi a informare e ispirare i cuori di molte migliaia di persone coinvolte nella creazione e nell’elaborazione dei sistemi di intelligenza artificiale. In ultima analisi, sono le decisioni etiche a determinare e a inquadrare
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