
|
ABSTRACT — L’internazionalizzazione delle istituzioni universitarie e l’accresciuta mobilità internazionale degli studenti fa aumentare il numero di giovani e di studiosi che si spostano da un Paese all’altro.
A incoraggiare questa internazionalizzazione sono senz’altro i vantaggi economici, la conoscenza e l’acquisizione delle lingue e l’arricchimento dei curricula con contenuti internazionali.
I campus all’americana, gli accordi di collaborazione transnazionali, i corsi con doppia laurea, i programmi e diplomi attivati in lingua inglese e altre iniziative simili sono entrati ormai stabilmente a far parte del sistema internazionale di studi superiori.
Nel 2015 i sei principali Paesi di destinazione ospitavano quasi la metà del totale degli studenti in trasferta: gli Stati Uniti (che a livello mondiale accolgono il 19% degli studenti in mobilità internazionale), il Regno Unito (10%), l’Australia (6%), la Francia (6%), la Germania (5%) e la Federazione russa (3%).
La Cina risulta essere la prima nazione di provenienza degli studenti in mobilità, che scelgono soprattutto gli Stati Uniti, ma anche alcuni Paesi europei.
Perché gli studenti cinesi scelgono di andare all’estero? In primo luogo, con l’espansione del processo di massificazione in Cina, il sistema educativo non è in grado di garantire un’istruzione superiore a tutti gli studenti. In secondo luogo, l’ascesa di molte famiglie della classe media cinese e la crescita economica hanno consentito a molti giovani provenienti dalle regioni sviluppate e dalle città costiere cinesi di finanziare la propria istruzione all’estero. In terzo luogo, il governo cinese ha allentato i propri vincoli politici sui permessi di studio all’estero. In quarto luogo, mentre due o tre decenni or sono lo studio all’estero era molto raro e veniva considerato un lusso, oggi in Cina esso costituisce una nuova tendenza nazionale.
Si tratta comunque di un fenomeno che crea un eccezionale ponte culturale tra Occidente e Cina.
Come possono cogliere questa opportunità, in particolare, le istituzioni universitarie cattoliche, per offrire a questi giovani cinesi non soltanto i titoli e le competenze che cercano, ma anche una formazione umana e spirituale completa?
Gli istituti cattolici di istruzione superiore sono davvero pronti a promuovere questo servizio, che sarà particolarmente importante per stabilire un nuovo dialogo tra l’Oriente e l’Occidente?