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ABSTRACT – Il 65° governo repubblicano, presieduto da Giuseppe Conte, ha giurato nelle mani del Presidente della Repubblica il 1° giugno 2018.
La lunga crisi, durata 88 giorni, ha tenuto il Paese con il fiato sospeso, minacciato la tenuta delle istituzioni e fatto crollare le borse. Il Governo giallo-verde di Conte – che nasce senza forze popolari e socialiste di tradizione europea – è una scelta di compromesso. La realtà politica è più complessa delle idee e i fatti lo hanno dimostrato: l’alleanza tra M5S e Lega non è stata votata dal popolo; il presidente Conte non è stato scelto dal popolo; scegliere prima e poi decidere di non sostituire Savona non era stato deciso dal popolo. Eppure, tutte queste scelte sono state possibili e legittime per il principio democratico della rappresentanza.
Conte rappresenta una squadra, e non è un uomo solo al comando; anzi, il suo compito politico sarà quello di dirigere senza essere anche il primo violino, per rispondere ai punti del programma. In particolare, le due misure su cui sono puntati i riflettori sono la flat tax e il reddito di cittadinanza, che prevede 780 euro al mese per chi ha perso il lavoro.
I due leader Di Maio e Salvini escono rafforzati dalle convulse vicende della crisi; hanno compreso che il sistema ha un’istituzione di garanzia forte, che non si può bypassare. La responsabilità di governo è la soglia per diventare politicamente adulti. Per loro vale la massima romana, simul stabunt simul cadent, «insieme staranno oppure insieme cadranno». Qualora si passi da un contratto di governo a una vera alleanza politica stabile delle due ali del sistema, si potrebbe ridisegnare tutto lo scenario politico.
Le opposizioni hanno come compito quello di controbilanciare l’alleanza di governo. Si avvicinano le elezioni europee, che potrebbero favorire l’aggregazione di una nuova identità dei soggetti politici.
Anche la Chiesa in Italia non si sottrarrà all’opera di coesione sociale, che svolge quotidianamente con le sue iniziative. Soprattutto accompagnerà con attenzione i grandi temi del pontificato di Francesco, come il lavoro degno e l’accoglienza degli immigrati, la giustizia e l’attenzione alle periferie, la cura dell’ambiente e una gestione dell’economia che includa le fasce più povere.
Il presidente Mattarella ha dunque consegnato al Paese un governo politico, difeso le prerogative costituzionali e sventato un ritorno alle urne. Quando il tempo scadeva, ha saputo girare la clessidra e aspettare con prudenza. Lo ha fatto in solitudine, ma alla fine gli italiani glielo hanno riconosciuto.
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THE M5S- LEGA GOVERNMENT
The 65th Republican government, presided over by Giuseppe Conte, was sworn in before the President of the Republic, June 1, 2018. The long crisis, lasting 88 days, held the Country in suspense, threatened the holding together of its institutions and the falling of share prices on the Italian stock market. The Conte led Government is a trade-off solution, one of the possible political options which saw the M5S and Lega parties come together. For the leaders of the two parties, the Roman maxim seems applicable, simul stabunt simul cadent, «they will either stand together, or fall together». President Mattarella has given the Country a political government, defended the constitutional prerogatives and avoided a return to the polls. When the time ran out, he knew how to turn the hourglass and wait with caution. He did it in solitude, but the Italians have given him the recognition he deserves.