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Auschwitz 1944. La «fabbrica della morte» funziona a ritmo sostenuto con criteri industriali. Un prigioniero ebreo di nome Saul Ausländer crede di riconoscere in un ragazzo, estratto «miracolosamente» vivo da una camera a gas e subito soffocato da un medico che gli stringe le mani attorno alla gola, il cadavere di suo figlio.
Saul, la cui vita si era svuotata di senso, trova improvvisamente un compito da svolgere: salvare quel corpo dai forni, trovare un rabbino che reciti il Kaddish e seppellirlo. Non è che un delirio, nel quale tuttavia si manifesta un palpito di umanità che sembra quasi irreale nel regno dell’inumano.