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Le vittime dei reati sono i grandi assenti dell’Ordinamento. Anche quando vengono risarcite dallo Stato, il loro dolore non cessa e si sedimenta nella memoria della società.
Esistono però gesti compiuti da loro o dalle loro famiglie che stanno fecondando una nuova idea di giustizia, in cui la visione riparativa integra quella retributiva. La riparazione si fonda su una domanda: cosa può essere fatto per riparare il danno? E richiede, come primo passo, il coraggio delle vittime di incontrare il reo. Si tratta di cammini faticosi e lunghi, che spesso portano i colpevoli a rivedere il male compiuto. È però necessario che la società, prima dello Stato, scelga questo modello senza politicizzarlo.