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Giuseppe Pignatelli fu l’anello di congiunzione tra l’antica e la nuova Compagnia e uno dei principali attori della sua rinascita. La sua vita è scandita in tre tempi: l’inizio in Compagnia, la situazione dopo la soppressione, la parziale ripresa. Pignatelli, di nobile famiglia spagnola con origini napoletane, entra in Compagnia a 16 anni, e a 25 è ordinato sacerdote. I gesuiti sono espulsi dalla Spagna nel 1767 e, dopo un penoso viaggio per mare, giungono in Italia e si insediano a Ferrara. Dopo la soppressione Pignatelli cerca di tenere uniti i compagni e si dedica a opere di carità spirituale e materiale. Ma la Compagnia sopravvive in Russia, e dal 1796 il Papa concede la riapertura di alcune case. Così Pignatelli ritorna gesuita: è maestro dei novizi, poi Provinciale d’Italia, per concludere la sua vita a Roma. È stimato dai suoi contemporanei per la profonda vita interiore, l’umiltà, la carità e la fiducia in Dio.