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Dopo aver vinto nel 2013 il «Leone d’oro» a Venezia con il documentario Sacro Gra, colloquio a tu per tu con le persone che vivono a Roma lungo il percorso del «Grande raccordo anulare», il regista Gianfranco Rosi ha vinto l’«Orso d’oro» alla Berlinale di quest’anno con un altro documentario, Fuocoammare, girato sull’isola di Lampedusa.
Seguendo il suo metodo, che può essere definito «cinema del reale», il regista descrive la vita quotidiana degli abitanti dell’isola, utilizzando due persone (un ragazzino e un medico) come guide di un itinerario che conduce gli spettatori a scoprire la tragedia dei migranti. Immagini forti, ma necessarie, che intendono mantenere desta l’attenzione di coloro che preferiscono voltarsi dall’altra parte piuttosto che guardare in faccia la realtà.