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La globalizzazione, con l’ampliamento dei mercati, stimola la specializzazione, incoraggia la competizione e rende possibili significative economie di scala, generando un maggior valore aggiunto. Questo incremento, se la globalizzazione non viene controllata, è distribuito asimmetricamente, accrescendo le differenze nel tenore di vita. Per questo, come ha detto Papa Francesco, occorre governare questo processo, che si presenta a noi oggi come un fenomeno inarrestabile.
La crisi del 2008 ha fatto riprendere in considerazione l’opera di Keynes. In questo articolo si cerca di riflettere su una sua alternativa all’attuale concezione ultraliberale della globalizzazione.