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ABSTRACT – Un celebre motto di sant’Ignazio di Loyola è: «Cercare e trovare Dio in tutte le cose». Nel contesto del tempo odierno, sempre più accelerato e, soprattutto, sempre più in movimento centrifugo dalla realtà, esso diventa un appello importante. Uno dei mezzi che la spiritualità ignaziana ci propone per non perderci in questo movimento centrifugo è senz’altro «la preghiera dell’esame», alla luce della dinamica degli Esercizi Spirituali.
L’articolo propone una sorta di isomorfismo tra il modo in cui il poeta guarda la realtà e ciò che avviene quando nella preghiera «rileggiamo il testo» della nostra giornata. In entrambi i casi siamo invitati a entrare nella realtà, che è più ricca di ciò che si limita a un giudizio basato solo sulla percezione sensibile. Nel suo saggio «Attenzione e poesia» la poetessa e saggista Cristina Campo, ribaltando una concezione comune, afferma che la qualità più necessaria al poeta non è l’immaginazione, ma l’attenzione.
L’immaginazione – intesa come esercizio della facoltà immaginativa che preclude l’accesso alla realtà – è l’esercizio del puro arbitrio, una vera «violenza alla realtà delle cose»; al contrario, l’attenzione «è attesa, accettazione fervente, impavida del reale»; «è solidamente ancorata nel reale», ed essa soltanto può cogliere le «allusioni celate nel reale [per mezzo delle quali] si manifesta il mistero».
Un esempio di questa attenzione poetica ci viene dato dalla poesia di due autori contemporanei: la poetessa brasiliana Adélia Prado e Mario Luzi, mentre il fondamento della nostra argomentazione è espresso in alcune pagine di Bernard Lonergan – teologo gesuita (1904-1984): «L’arte può guardare questo mondo e cercare il qualcosa di più che questo mondo rivela, e lo rivela, per così dire, in una parola silenziosa, lo rivela con una presenza che non può essere definita o venire afferrata».
In altre parole, guardare la realtà con «attenzione» significa conoscere il mondo mediato dal significato, con la consapevolezza che tale significato è dato, è da scoprire e non da assegnare arbitrariamente.
Quanto è stato detto finora come trova applicazione nella vita spirituale? La palestra dell’attenzione «poetica» che si fa contemplazione è la «preghiera dell’esame». Si tratta di fare quotidianamente una breve riflessione a partire da quella «storia della salvezza» che ogni giorno lo Spirito scrive insieme con noi: la nostra storia della salvezza. Così facendo, impariamo a vedere il Signore all’opera nella concretezza della nostra vita, della nostra storia.
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EXAMINATION OF CONSCIENCE AND “POETIC” ATTENTION TO REALITY
The prayer of the examination of conscience, in the light of the dynamics of the Spiritual Exercises, is one of the most precious treasures of Ignatian spirituality. The article proposes a sort of isomorphism between the way the poet looks at reality and what happens when in prayer we re-read the text of our day. In both cases we are invited to enter into reality, which is richer than what is confined to a judgment based solely on perceived perception. In other words, looking at reality with «attention» means knowing the world mediated by meaning, with the awareness that such meaning is given, and which is to be discovered and not to be arbitrarily assigned.