|
ABSTRACT – Quali sono le sollecitazioni che il Documento preparatorio del prossimo Sinodo dei Vescovi su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, propone soprattutto riguardo al tema dell’educazione cattolica?
Molte altre Chiese cristiane e organizzazioni religiose gestiscono scuole, tuttavia si può dire con certezza che la Chiesa cattolica ha la più grande e vasta rete di scuole in termini di numero e di Paesi raggiunti. Scuole poste al servizio della sua missione, che hanno dato però anche un contributo importante alla vita civica e alle quali viene riconosciuta la capacità di offrire un’istruzione di altissimo livello. Ad esse dunque spetta il compito arduo di rinnovare e di innovare, in modo da essere davvero un luogo in cui le nuove generazioni possano fare esperienza del Vangelo.
Il modo migliore per farlo è creare ambienti scolastici dove il servizio, la comunità, il rispetto e l’autonomia vengano vissuti prima ancora che predicati. Gli insegnanti e le scuole dovrebbero diventare persone e comunità di riferimento.
Ma ciò richiede che le scuole non si accontentino dello status quo. È vero che alcune scuole cattoliche, per adattarsi ai nuovi contesti, possono avere indebolito o abbandonato la loro identità cattolica. Tuttavia, adattarsi e discernere i «segni dei tempi» sono due cose diverse. Abbiamo bisogno soprattutto di passare da un modello monologante a un modello dialogico di impegno, che riconosca le nuove realtà multiculturali e interculturali in cui le scuole cattoliche si trovano a operare. Una scuola del dialogo unisce «la massima identità cristiana con la massima solidarietà» verso altri punti di vista; e consente, inoltre, di superare altri due modelli che riducono il potenziale evangelico: il modello incolore e il modello colorato. Nel primo, la religione è considerata un «fatto privato», e la scuola assume una posizione neutrale e una prospettiva etica individualistica sulla religione. La scuola colorata invece abbraccia la diversità religiosa fino al punto di diluire l’identità cattolica.
Tutto ciò richiede che l’educazione cattolica riacquisti la sua passione educativa e che si rinnovi la passione di formare educatori che siano testimoni: devono porre domande non soltanto con le parole, ma soprattutto con la loro vita.
Il Documento descrive inoltre un «nuovo areopago», creato dal mondo digitale, e anche le implicazioni della globalizzazione del mondo contemporaneo. Due sfide che richiedono che i giovani di oggi vengano preparati a essere cittadini globali, capaci di assumersi le loro responsabilità verso il benessere dell’intero pianeta e di tutta l’umanità.
*******
CATHOLIC EDUCATION, FAITH AND VOCATIONAL DISCERNMENT
The article examines the Preparatory Document for the next Synod of Bishops on Youth, Faith and Vocational Discernment, especially in relation to Catholic education. It is an arduous task for it to renew and innovate, in order to truly be a place where the new generations can experience the Gospel. Catholic schools are called on to practice the discernment of the «signs of the times». The Document describes a «new Areopagus», created by the digital world, and also the implications of the globalization of the contemporary world. This requires today’s young people to be prepared to be global citizens, capable of assuming their responsibility for the welfare of the whole planet and of all humanity. The Author is the International Secretary of the Society of Jesus for primary and secondary education.