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ABSTRACT – Il 5 maggio 2018 ricorreva il secondo centenario della nascita di Karl Marx, un pensatore che ha avuto indubbiamente un influsso enorme sulla storia contemporanea sotto tanti aspetti.
È difficile fare un bilancio di ciò che la sua figura ha rappresentato e rappresenta. Vi sono però almeno due aspetti che ancora oggi risultano significativi: la paradossalità del suo pensiero e la critica al capitalismo selvaggio, forse l’elemento più attuale del suo contributo.
Un aspetto curioso del teorico del comunismo è di essere stato protagonista dei dibattiti culturali e accademici proprio nei Paesi occidentali di orientamento liberal-borghese; interesse scemato poi parallelamente al crollo dei Paesi del socialismo reale. Tra i paradossi del pensiero di Marx, a titolo di esempio, si può ricordare quello nel rapporto tra individuo e collettivo. Per il filosofo tedesco, il soggetto umano non ha alcuna identità propria se non quella del collettivo (Gattungswesen) che lo costituisce. Ma, di fronte alla morte, Marx deve constatare che essa è propria solo dell’individuo.
A proposito della critica al capitalismo selvaggio, è interessante ricordare che ne La critica dell’economia politica, Marx aveva rimproverato agli economisti del suo tempo di aver contrabbandato per scienza una ideologia, a vantaggio della classe dominante, che in tal modo si arricchiva sempre più, a scapito dei lavoratori, costretti a una miseria crescente. Tale accusa è stata più volte ripresa ai giorni nostri dagli esperti del settore come uno dei problemi più gravi delle odierne democrazie.
La crisi finanziaria del 2008 è stata soprattutto crisi politica: il patto sociale tra mercato e istituzioni si è deteriorato, rendendo problematico il controllo pubblico sugli investimenti, che a partire dagli anni Ottanta sono diventati sempre più incerti e spregiudicati, non orientati alla produzione, ma solo ad aumentare la ricchezza di pochi.
Lo stesso Marx, nel Capitale, aveva profetizzato che il crescente divario tra capitalisti e operai avrebbe portato alla rivoluzione proletaria, ossia che il capitalismo si sarebbe scavato la fossa da sé. Una previsione apparentemente sbagliata, almeno fino agli anni Sessanta, con l’affermazione del ceto medio. Che oggi sta scomparendo.
Al di là dei suoi limiti e delle realizzazioni politiche ed economiche del suo pensiero, un merito indiscusso di Marx è stato quello di aver lanciato un formidabile grido di allarme a una società che ha fatto del denaro il proprio dio. In secondo luogo, egli ha cercato di dare voce a chi non aveva voce (il proletariato) di fronte al volto disumano del capitalismo selvaggio, prospettando un immaginario futuro.
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WHAT REMAINS OF KARL MARX’s LEGACY? 200 years since his birth
This May 5 was the second centenary of the birth of Karl Marx, a thinker who undoubtedly had an enormous influence on contemporary history from the philosophical, sociological, political and economic point of view. At the same time, his presence quickly vanished after the collapse of the Soviet bloc. A contradictory and genial figure, Marx made of the critique of wild capitalism the mission of his life. Without going into the merits of possible implementations or misunderstandings made in political and economic circles, in this article we focus on the two aspects noted above: the paradox of Marx’s thought, which at the same time is the reason for his charm, and the criticism of capitalist society, perhaps the most current aspect of his contribution, if reread in light of the very serious global economic crisis of 2008.