Il volume di Angelo Scelzo, Dal Concilio al web. La comunicazione vaticana e la svolta della riforma[1], è il primo tentativo di offrire uno sguardo complessivo sulla storia recente dell’impegno del Vaticano nel campo della comunicazione, arrivando fino ad oggi, cioè alla riforma attuata durante il pontificato di papa Francesco. Lo riteniamo un contributo autorevole, utile e coraggioso.
Il frutto di una lunga esperienza
Un contributo autorevole. La raccolta di informazioni è molto ampia, le considerazioni dell’Autore cercano di andare in profondità e sono basate su una lunga esperienza. Angelo Scelzo, dopo anni di giornalismo attivo e di responsabilità nel quotidiano Avvenire, dal 1990 ha collaborato a lungo con Mario Agnes nella conduzione dell’Osservatore Romano, poi è stato responsabile dell’Ufficio comunicazione del Grande Giubileo del 2000, quindi sottosegretario del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, infine vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede fino al 2015. Non si può proprio dire che non abbia conosciuto dall’interno – in prospettive diverse e complementari – forze e debolezze di un sistema comunicativo che era cresciuto storicamente da oltre un secolo, mettendo a disposizione della missione della Santa Sede i diversi «strumenti della comunicazione sociale» – libro, quotidiano, fotografia, radio, televisione, internet… –, l’uno dopo l’altro e, in un certo senso, l’uno accanto all’altro, ma indipendentemente l’uno dall’altro.
Come pure non si può dire che Scelzo non abbia partecipato intensamente ai cambiamenti dell’atteggiamento della Chiesa in rapporto al mondo della comunicazione nel mondo contemporaneo, che hanno vissuto nel Concilio Vaticano II un passaggio cruciale, ma hanno continuato a maturare nel magistero seguente, nella prassi e nello stile dei successivi pontificati fino a oggi. Nel suo libro si trova infatti davvero molto sulla pratica della comunicazione da parte dei diversi papi – soprattutto Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco – e sui documenti ecclesiali degli ultimi decenni, che si confrontano con temi e problemi della comunicazione nelle prospettive della costruzione della comunione ecclesiale, dell’annuncio missionario, del servizio alla persona e alla società umana. Quindi Scelzo sa bene di che cosa parla.
Un contributo coraggioso. Un primo atto di coraggio è cercare di portare a sintesi una storia complessa di fatti e di idee che – come abbiamo già accennato – si è sviluppata nel tempo, lungo filoni operativi distinti e quasi autonomi l’uno rispetto all’altro, come l’Osservatore Romano, la Radio Vaticana, il Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, la Sala Stampa della Santa Sede, il Centro televisivo
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