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ANDREA MIRÒ, Elettra e Calliope, Sony 8872540406 cd.

Giovanni Arledler

1 Settembre 2012

Quaderno 3893

ANDREA MIRÒ, Elettra e Calliope, Sony 8872540406 cd.

Andrea Mirò è il nome d’arte di Roberta Mogliotti, cantautrice, polistrumentista e «direttrice» d’orchestra, che si fa conoscere sulla scena della musica cosiddetta leggera vincendo il Festival di Castrocaro del 1986 con «Pietra su Pietra». Poi, sia pur con alcune pause, alterna la carriera di solista con una serie di collaborazioni con Eugenio Finardi, Roberto Vecchioni, Mango, e soprattutto con Enrico Ruggeri. Come solista partecipa al Festival di Sanremo tre volte: nel 1987 con «Notte di Praga», nel 1988 con «Non è segreto» e nel 2000 con «La canzone del perdono». Fra le altre partecipazioni a Sanremo, cantando in coppia o dirigendo l’orchestra del Teatro Ariston, va ricordata la collaborazione con Enrico Ruggeri per «Nessuno tocchi Caino» (2003), il cui testo faceva riflettere sulle varie implicazioni attorno alla pena di morte. Ha collaborato alla realizzazione della colonna sonora del film East West East del regista albanese Gjergj Xhuvani e ha partecipato allo spettacolo musicale La Belle Équipe, un viaggio nella canzone d’autore francese per la regia di Vito Molinari. Ha vinto più volte premi della critica discografica come quello intitolato al nome di Giorgio Gaber.
I suoi album o cd sono complessivamente otto, anzi l’ultimo, pubblicato nel maggio 2012 è in realtà un doppio album, Elettra e Calliope, per complessive 12 canzoni. Esteriormente le due parti sono differenziate da un diverso responsabile della produzione, da un diverso studio di registrazione e da un diverso tipo di arrangiamenti; in profondità godono delle raffinatezze musicali e della fantasia, libera da schemi, musicale e poetica dell’A. La prima parte è dedicata a Elettra, l’eroina greca che cerca una vendetta che non può appagarla, ma che, comunque, rivendica il diritto di confermare le più alte esigenze dei valori etici.
La coloratura di fondo della voce, che si amalgama con i suoni strumentali, pone in risalto un timbro metallico diffuso e molto suggestivo. Fin dalla prima canzone, «Il sogno dell’astronauta», la metafora dell’uomo che cerca la verità lontano da lui sapendo che la può trovare soltanto nel profondo di sé dona indicazioni di lettura anche alla seconda parte, Calliope (la musa della poesia epica, qui è il prosaico quotidiano che vive ognuno di noi), più vicina all’esperienza di tutti. Le canzoni si succedono in lucida consequenzialità: si ha l’impressione che entrino l’una nell’altra. In «Database» l’uomo e la donna cercano ancora una loro stabilità, ma sono condizionati da chi ha programmato tutto, i «Cattivi maestri» del brano successivo, che non consentono neanche di avere «Vite parallele» perché ogni forma di libertà è pura illusione, così come ogni tentativo di viaggio o fuga («Partono i tram»). A sigillare la prima parte concorre il mito, soltanto apparentemente più recente, di «Faust», destinato non a scorribande romantiche, ma a mettere la propria anima sottovetro o in ibernazione, in attesa di tempi migliori.
La seconda parte non è proprio alternativa, anche se si vorrebbe più introspettiva e perfino più spirituale. «Senza che nulla cambi» è il primo titolo che nasce da una coscienza ferita, piena di ironia ne «L’incantatore di serpenti» che rende tutti come «merce frullata», che vive di illusioni («Altri giorni, altri occhi» e «Il mondo dei non vivi») e di rapporti scritti nel vento («Padre, figlio»), con una piccola speranza per la vita e il mestiere singolare, diverso, alternativo de «L’uomo del faro». Andrea-Roberta, che appare nell’album e sulla coccarda del cd con una video-camera in mano, cerca di aiutarci a fotografare la realtà e con le sue grandi partiture musicali in bellissima grafia (vedi i fogli volanti sempre nelle pagine dell’album) ci propone 12 suggestive canzoni.

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ANDREA MIRÒ, Elettra e Calliope, Sony 8872540406 cd.

Giovanni Arledler


1 Settembre 2012

Quaderno 3893

  • pag. 455
  • Anno 2012
  • Volume III

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