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ABSTRACT — In occasione del «Giubileo dello spettacolo viaggiante», che si è celebrato in Vaticano giovedì 13 giugno 2016, papa Francesco, rivolgendosi agli artisti che avevano eseguito davanti a lui alcuni numeri del loro repertorio, uno dei quali ispirato al film La strada di Federico Fellini, ha detto parlando a braccio: «Quando suonavano quella bella musica della Strada ho pensato a quella ragazzina che con il suo lavoro itinerante del bello è riuscita ad ammorbidire il cuore duro di quell’uomo che aveva dimenticato di piangere». Non è la prima volta che papa Francesco tesse l’elogio del capolavoro realizzato da Fellini nel 1954. Nell’intervista rilasciata al nostro direttore, padre Antonio Spadaro, all’inizio del suo pontificato ha detto: «La strada di Fellini è il film che forse ho amato di più. Mi identifico con quel film, nel quale c’è un implicito riferimento a san Francesco».
Nel 1950, poco prima di girare La strada, Fellini aveva affiancato il suo maestro, Roberto Rossellini, nello scrivere il trattamento del film Francesco giullare di Dio, ispirata ai Fioretti di san Francesco e ad alcuni episodi della Vita di frate Ginepro. Nell’incontro-scontro tra il tiranno Nicolaio e fra Ginepro, e nella vittoria della bontà disarmata sulla violenza gonfia e tronfia, non si può intravedere forse la matrice originaria (il seme francescano) del rapporto tra Gelsomina e Zampanò?
Ne La strada, oltre a rappresentare la storia di un gruppo di artisti girovaghi: Zampanò, Gelsomina e il Matto (Richard Basehart), un funambolo, la troupe del film si comportava come un vero circo ambulante eseguendo spettacoli nei piccoli centri che attraversava, approfittando di sagre e manifestazioni religiose, per riempire lo schermo con immagini di comparse non pagate. E non fu l’unica volta che la troupe di Fellini si mosse come un vero circo. Si ricordano in questo senso Il bidone e Le notti di Cabiria.
Dopo aver giocato tante volte con il circo e dopo aver trasformato il suo cinema in una immensa galleria di facce buffe, nel 1970 Fellini decide di affrontare il discorso sull’arte circense da un punto di vista, per così dire, scientifico. Realizza un film, inchiesta destinato alla televisione, che s’intitola I clowns.