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ABSTRACT — In un incontro privato con i gesuiti polacchi, a Cracovia, papa Francesco ha affermato che «la Chiesa ha bisogno di crescere nel discernimento, nella capacità di discernere». Ha messo in risalto l’importanza della formazione sacerdotale e ha esortato i gesuiti a lavorare insieme ai seminaristi, soprattutto «dando loro quello che noi abbiamo ricevuto dagli Esercizi: la saggezza del discernimento». Ma che cos’è, in effetti, il discernimento? Ci sono molte e buone definizioni teoriche di esso. Qui diremo semplicemente che il discernimento è la capacità della nostra ragione umana di cercare e trovare il migliore momento e mezzo concreto per realizzare il bene.
Concretamente, innanzi tutto, si tratta di un processo. E non si tratta di un metodo «algebrico» per trovare una soluzione. Ma se teniamo presente il Vangelo, vediamo che non si tratta di un processo sofisticato. In questo senso, il discernimento spirituale di cui parliamo non è un’attività mentale riservata a persone sagge e perspicaci, ma piuttosto l’esatto contrario: è quella capacità dei semplici e dei piccoli di riconoscere «il momento di grazia» in cui Dio sta operando.
Per crescere nella capacità di discernere, possono essere di aiuto tre passi concreti. Il primo consiste nel cogliere alcuni impedimenti che attentano a questo dono, così propizio allo spirito e così proficuo per tutti, precisamente a due che, in concreto, possono fare letteralmente «scomparire» il cammino: «innalzarlo al cielo», cioè elevarlo alla categoria di un carisma raro ed eccezionale, che soltanto persone davvero perfette potrebbero utilizzare; e «sottrargli il terreno», la materia stessa del discernimento. Le cose tra cui si sceglie devono essere «cose buone», ma ci sono posizioni così legalistiche da pretendere di sottoporre tutti i casi particolari, sempre e senza eccezioni né attenuanti, a una norma generale.
Il secondo passo sarà quello di consolidare alcuni criteri generali che aiutano ad apprezzare ciò che è in gioco quando parliamo di discernimento. Il primo di tali criteri, ad esempio, è che il discernimento spirituale è sapienza pratica, che unisce contemplazione e azione.
Il terzo passo, per chi desidera entrare in un processo di discernimento o accompagnare altri lungo questo cammino, è fare tesoro dell’originalità e del valido aiuto apportato dagli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola. Caratteristica degli Esercizi di sant’Ignazio è la flessibilità — un «farsi tutto a tutti» — nell’aiutare chiunque desideri seguire Gesù Cristo un po’ più da vicino, scegliendo il posto di servitore che il Signore gli assegna per il bene della Chiesa e riformando la propria vita.