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Mons. Luis Marín de San Martín, curatore di questo libro, ha il merito di aver ricostruito il percorso umano e spirituale di Giovanni XXIII attraverso le sue lettere, gli appunti e i documenti, permettendo così al lettore di conoscere profondamente la vita e la santità di questo papa canonizzato nel 2014. L’opera infatti aiuta a scoprirlo nei suoi pensieri, nella sua storia, nella sua umiltà e anche nella sua disponibilità a divenire strumento dello Spirito Santo.
Dalla biografia si nota come papa Roncalli sia rimasto molto legato al paese natio di Sotto il Monte, dove era vissuto assieme alla sua famiglia, assimilandone i valori e gli insegnamenti religiosi. La Provvidenza poi, come egli stesso ha scritto, gli fece percorrere le vie del mondo, come nunzio apostolico, in Oriente e in Occidente, incontrando gente diversa per religione e ideologia e conservando sempre un equilibrio tra l’apprezzamento dei loro valori e la fermezza dei propri princìpi cattolici.
Le sue parole e la sua testimonianza di vita sono uno stimolo a seguire meglio le orme di Gesù. Dagli scritti autobiografici traspira l’umiltà di Giovanni XXIII, come pure la sua anima sempre serena e ottimista. Egli infatti scriveva: «Mi considero un sacco vuoto che si lascia riempire dallo Spirito». Questa disponibilità allo Spirito Santo è la chiave del suo abbandono filiale nelle mani di Dio. La sua umiltà sboccia in obbedienza e pace di cuore, che sono il fil rouge della sua vita. Egli amava dire, con san Gregorio Nazianzeno: «La tua volontà, o Signore, è la nostra pace».
Nato come papa di transizione, Giovanni XXIII è stato il papa «della transizione», perché con la convocazione del Concilio Vaticano II ha avviato un processo di riforma e di rinnovamento della Chiesa che ha inciso profondamente su di essa. Basti pensare che i presupposti impliciti dell’ecclesiologia sinodale sono da rintracciare in quel volto nuovo di Chiesa che il Vaticano II ha elaborato ispirandosi al magistero di Giovanni XXIII, come il suo discorso per l’apertura del Concilio Gaudet Mater Ecclesia. Qui c’è il suo approccio nuovo al mistero di una Chiesa che è madre, che vive in un rapporto dinamico con la tradizione che la precede ed è in un dialogo cordiale con il mondo che la circonda.
Giovanni XXIII ci insegna che la Chiesa è «in uscita», non aspetta che gli altri vengano a essa, ma prende l’iniziativa e va dove ci sono lacrime da asciugare, incertezze da superare, solitudini da incoraggiare, quelle che papa Francesco chiama «periferie esistenziali». Questo trait d’union tra i due papi non è l’unico: tra gli altri, ricordiamo l’insistenza sullo Spirito Santo e la necessità di essere docili alla sua azione; la sensibilità per i segni dei tempi, che significa guardare con occhio fiducioso al nuovo che avanza; la devozione mariana; e l’esperienza di un Dio che è Padre e che ama i suoi figli con infinita misericordia. In particolare, nella «medicina della misericordia», che Giovanni XXIII suggerì alla Chiesa l’11 ottobre 1962, possiamo vedere un altro punto di collegamento con papa Francesco.
Il libro è suddiviso in tre parti: nella prima, si racconta la ricca e variegata vita di Giovanni XXIII; nella seconda, la sua vita spirituale attraverso 10 parole chiave; nella terza, vengono presentati tre testi fondamentali: il discorso di inaugurazione del Concilio; il cosiddetto «discorso della luna»; e il testamento. Leggendo i documenti, le lettere e gli appunti di Giovanni XXIII, ci troviamo dinanzi a un pozzo di spiritualità, da cui possiamo attingere per progredire nel nostro cammino di fede.