
Il Vangelo di Luca termina con un capolavoro, un fuoco d’artificio letterario e teologico: il racconto dei pellegrini di Emmaus. Gesù risorto appare a due discepoli e racconta loro in dettaglio tutto ciò che lo riguardava: li aiuta a superare la tristezza della croce e li apre alla gioia della risurrezione. Tuttavia c’è un elemento che stupisce il lettore: il nome dei discepoli. Mentre ci si aspetterebbe naturalmente di trovarvi uno dei Dodici conosciuti dall’inizio del Vangelo, noi apprendiamo che uno di loro è anonimo e l’altro si chiama Cleopa, un nome che in precedenza non abbiamo mai incontrato. Il lettore cristiano di tempi successivi potrebbe aspettarsi che questi uomini, costituiti apostoli per il loro incontro con il Risorto, diventino attori importanti nel libro degli Atti. Ma non è così. Inoltre, poiché chiaramente ritornano al loro villaggio in Giudea, essi non fanno parte del nucleo iniziale dei discepoli che seguono Gesù dalla Galilea. Luca ha dunque fatto una scelta molto coraggiosa: non raccontare l’apparizione a Simon Pietro, peraltro evocata da una frase detta quando questi due discepoli ritornano a Gerusalemme, e narrare invece un’apparizione a due discepoli che sembrano essere sconosciuti. Questo Cleopa potrebbe essere forse lo sposo della Maria menzionata in Gv 19,25? Questa domanda non è solo aneddotica o storica.
Secondo l’ipotesi che proponiamo, questo nome ha una funzione ecclesiologica decisiva e ci dice qualcosa di importante sul progetto teologico di Luca, il discepolo di san Paolo. La presenza di Cleopa ci introduce al modo con il quale i primi cristiani, che si richiamavano ad apostoli differenti e che talvolta avevano anche prassi alquanto diverse, si sono mutuamente riconosciuti e hanno fatto di tutto per rimanere uniti gli uni con gli altri. Il racconto di Emmaus è un testo «ecumenico» ante litteram, un testo che indica la concordia e il grande desiderio delle Chiese paoline di rimanere in comunione con la Chiesa madre di Gerusalemme.
Ci piacerebbe proporre un «intrigo» quanto al modo con cui Luca ha concepito questo capolavoro letterario e teologico che è il racconto di Emmaus. Cleopa non è comparso precedentemente nel libro e non è uno dei Dodici: bisogna vedervi qualcosa oltre la semplice anticipazione del fatto che alcuni apostoli significativi non appartenevano al gruppo dei Dodici? Bisogna vedervi, secondo un’ipotesi molto antica, un legame con il Cleopa evocato in Gv 19,25? E se si accetta questo presupposto, cosa può dirci tutto questo sul lavoro di
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