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Pubblicati in inglese nel 1970, questi racconti ambientati per le strade di Varsavia, nelle quali l’A. trascorse gli anni dell’infanzia e della giovinezza, e in quelle di New York, grazie ai tanti ambiti e personaggi descritti, gettano lo sguardo su veri e propri mondi, dal momento che le sinagoghe, i bordelli, le ville dei ricchi e i tuguri dei poveri, gli shetlach e le grandi città costituiscono il contesto in cui si muove un genere umano che si impone all’attenzione del lettore per la forza della propria individualità e la singolarità delle proprie vicende.
Ecco sfilarci davanti, dunque, numerose figure ricche di fascino: dall’ex attore amico di Kafka al restauratore di mobili in grado di leggere nella mente di chiunque; dalla donna dagli «occhi gialli», che è certissima di attirare su di sé ogni tipo di sventura, a quella convinta di aver visto Hitler seduto in una tavola calda di Broadway; dal rabbino in collera con Dio, colpevole – a suo parere – di infliggere agli uomini sofferenze incomprensibili e immeritate, al professore il cui carro funebre viene accompagnato dai colombi che egli aveva sempre nutrito, fino allo stravagante editore che si diverte a fare scherzi e all’irriducibile blasfemo capace di inimicarsi una città intera, e così via.
Singer sa rendere con maestria i profumi, gli odori e le atmosfere dei luoghi che fanno da sfondo alla narrazione, rielabora da par suo le storie ascoltate da bambino, ci guida sia per le vie del quartiere ebraico situato nelle vicinanze della Vistola sia per quelle – immerse nella canicola estiva – della metropoli nordamericana: universi che ci fa rivivere con l’ammirevole capacità evocativa, l’incisività e la precisione che caratterizzano le pagine dei grandi narratori.
Memorabili si rivelano, al riguardo, alcuni passi nei quali vengono descritti fenomeni atmosferici; ad esempio, questo: «Fuori la neve scendeva a grandi raffiche, scintillando sotto la luna piena. La brina continuava a cercare di disegnare un albero, un fiore, una foglia di palma: un arbusto sui vetri delle finestre, ma il calore della stanza ne scioglieva in fretta i motivi» (p. 250).
Riguardo poi alla sua prosa, occorre sottolinearne la scorrevolezza, il ritmo rapido, la ricchezza lessicale, il plurilinguismo, la varietà dei registri espressivi. Un’elevata qualità della scrittura che si riscontra anche nell’essenzialità e nell’efficacia dei dialoghi.
Certo, i temi cari a Singer sono ben presenti anche in questi racconti: l’identità ebraica, l’ossessione per la sessualità, la tentazione messianica, l’importanza della memoria, l’angoscia del vivere emergono puntualmente nei contesti più disparati.
Va però sottolineato come all’origine di tutto ciò sembri esserci il costante bisogno di evocare il miscuglio di bene e male, di tenerezza e bestialità di cui è costituita l’esistenza umana: un impasto che contribuisce a fare di Un amico di Kafka una lettura avvincente e stimolante.
ISAAC BASHEVIS SINGER
Un amico di Kafka
Milano, Adelphi, 2022, 338, € 22,00.