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Il 5 novembre 2016, nella cattedrale di Scutari, sono stati proclamati beati 38 martiri del regime comunista albanese: 2 vescovi, 21 sacerdoti diocesani, 7 frati minori francescani, 3 gesuiti, 1 seminarista, 3 laici e una giovane aspirante religiosa stimmatina. La persecuzione antireligiosa in Albania è stata probabilmente la più crudele fra quelle avvenute nei Paesi dell’Europa orientale. L’Albania si era proclamata il «primo Stato ateo del mondo».
Le storie delle sofferenze sopportate da questi testimoni di Cristo, rappresentanti di moltissimi altri che rimarranno sconosciuti agli uomini ma non a Dio, sono impressionanti e commoventi. La durezza e la molteplicità delle torture, la crudeltà inimmaginabile e l’odio degli aguzzini e dei mandanti fanno brillare per contrasto la luce straordinaria della pazienza e della costanza della fede dei perseguitati. Sono storie che meritano certamente di essere conosciute e diffuse. Pagine meravigliose della storia della Chiesa.
Bene ha fatto perciò mons. Massafra, arcivescovo di Scutari, ad adoperarsi per la pubblicazione delle biografie di questi martiri, redatte e raccolte con cura dal compianto postulatore della loro causa, il francescano p. Di Pinto. Esse hanno costituito dapprima due poderosi volumi di oltre 1000 pagine, ma ora – opportunamente snellite, per facilitarne la lettura – vedono la luce in un solo volume, pubblicato dall’editrice Velar.
Per la conoscenza delle figure di questi martiri rimandiamo al nostro articolo già pubblicato su questa rivista nei mesi successivi alla loro beatificazione («I 38 beati martiri albanesi. Testimoni nella persecuzione più crudele», in Civ. Catt. 2017 III 63-79).
Fra questi martiri vi è anche un italiano, uno dei tre gesuiti vittime della persecuzione, p. Giovanni Fausti, allora viceprovinciale dei gesuiti in Albania, fucilato il 4 marzo 1946 presso il cimitero di Scutari. Figura di spicco dal punto di vista religioso e anche culturale, egli aveva approfondito già allora i temi del dialogo con l’islam in una serie di articoli pubblicati su La Civiltà Cattolica negli anni 1931-33 e riediti nel 2015.
Bresciano nativo di Brozzo (1899), compagno di studi di Giovanni Battista Montini in seminario, sacerdote diocesano, Giovanni Fausti entra nella Compagnia di Gesù nel 1924; dopo un primo periodo in Albania, è professore di filosofia a Gallarate, ma nel 1942 viene inviato in Albania come rettore del Seminario di Scutari; poi viene nominato viceprovinciale, proprio nel momento drammatico dell’esplodere della persecuzione violenta contro la Chiesa, e in particolare contro il clero cattolico. In conseguenza delle imprudenze di un seminarista, viene condannato a morte dopo un «processo farsa», tipico dei regimi comunisti di quegli anni.
A lui è dedicato l’agile opuscolo, della nota serie agiografica della Velar, che pure presentiamo. Il testo, nella sua brevità, è preciso e denso di informazioni, e presenta molto bene il profilo del martire. Inoltre sa mettere in rilievo aspetti importanti e delicati: ad esempio, il fatto che Fausti e diversi dei suoi confratelli gesuiti erano italiani, e i problemi che ciò comportava nel contesto del crollo del fascismo e dell’Impero italiano e della lotta partigiana albanese, in cui i comunisti presero presto il sopravvento. La ricchezza di immagini ben scelte, caratteristica di questa serie di volumetti, integra e commenta opportunamente il testo. È un ottimo sussidio per un primo avvicinamento alla fulgida figura del nuovo beato.
LEONARDO DI PINTO
Mons. Vincenc Prennushi e compagni. I beati Martiri dell’Albania comunista
Gorle (Bg), Velar, 2019, 648, € 28,00.
MARIO IMPERATORI – GIOVANNI ARLEDLER
Beato Padre Giovanni Fausti S.I. Un martire di frontiera nelle mani di Dio
ivi, 50, € 4,00.