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Antonio Stefanizzi è mancato la sera del 4 aprile nell’infermeria della Residenza San Pietro Canisio, a Roma, alla bella età di oltre 102 anni, di cui 87 vissuti nella Compagnia di Gesù. Traguardi non comuni di un lungo cammino molto operoso nel servizio del Signore e della sua Chiesa.
Nato il 18 settembre 1917 a Matino (Lecce) in una famiglia numerosa, già a 15 anni, il 1° ottobre 1932, viene ammesso al Noviziato della Provincia napoletana della Compagnia di Gesù a Villa Melecrinis, al Vomero (Napoli). Anche suo fratello Angelo, di due anni più giovane, percorrerà la stessa strada quattro anni dopo e diventerà un grande missionario nello Sri Lanka. Antonio viene ordinato sacerdote il 7 luglio 1946. Segue un periodo di insegnamento presso il Pontificio Seminario Pio XI, a Reggio Calabria, affidato ai gesuiti (1946-48), e poi, nel 1949-50, un tempo di perfezionamento negli studi scientifici a New York, alla Fordham University. In questo periodo si dedica a ricerche sui raggi cosmici sotto la direzione del premio Nobel Victor F. Hess, e assai gustoso è un suo racconto in cui brilla lo spirito del «fisico sperimentale» (piuttosto che «teorico»): sembra che quando pioveva o nevicava dovesse girare per New York con un grande imbuto e una bottiglia, per raccogliere personalmente campioni di acqua piovana o neve da sottoporre ad esami e misure. Al ritorno in Italia, è destinato all’insegnamento di materie scientifiche alla Pontificia Università Gregoriana di Roma (1951-53).
Il 29 marzo 1953, a soli 35 anni, viene nominato direttore della Radio Vaticana, succedendo a p. Filippo Soccorsi, che a sua volta era succeduto nel 1934 a p. Giuseppe Gianfranceschi, fondatore della Radio insieme a Guglielmo Marconi e suo primo direttore dal 1931. P. Stefanizzi è affiancato da altri gesuiti di varie nazionalità, che preparano e presentano al microfono i programmi in diverse lingue. Tra loro è da menzionare in particolare p. Francesco Pellegrino, storica anima e voce dei programmi in italiano della Radio Vaticana, molto vicino a p. Stefanizzi, che abita con lui in un alloggio accanto alla Direzione della Radio, alla sommità del Colle Vaticano.
Il primo grande impegno di p. Stefanizzi, in cui mette pienamente a frutto le sue conoscenze scientifiche e tecniche e le sue capacità organizzative, è la costruzione del nuovo Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria, voluto personalmente da Pio XII, che nel 1954 chiama il card. Nicola Canali, responsabile del Governatorato, per dirgli che si deve realizzare «il nostro Centro Trasmittente Radiofonico». È necessario ampliare e intensificare la diffusione del servizio della Radio Vaticana nel mondo, essendo ormai divenute insufficienti le installazioni tecniche situate nella Città del Vaticano. Il Centro di Santa Maria di Galeria è situato in un grande terreno nella campagna romana (oltre 400 ettari), lungo la via Braccianese, che la Santa Sede acquistò appositamente dal Collegio Germanico.
Dopo aver ottenuto il riconoscimento della extraterritorialità per il terreno del Centro, data la sua finalità di servizio della Chiesa universale, nel 1954 iniziano i grandi lavori di realizzazione. P. Stefanizzi guida la scelta degli apparati tecnici – trasmettitori e antenne – e la loro messa in opera, la selezione del personale competente e preparato, l’individuazione delle frequenze di trasmissione adatte, il coordinamento internazionale del loro impiego e così via. È una grande impresa. Il 27 ottobre 1957 papa Pio XII, compiendo il tragitto di 27 chilometri da Castel Gandolfo (questo costituisce il suo più lungo viaggio fuori Roma nel corso del suo pontificato), inaugura personalmente il Centro, accendendo i trasmettitori. P. Stefanizzi lo accoglie e lo accompagna in questo momento storico della vita della Radio Vaticana e del suo servizio universale.
Stefanizzi accoglierà a Santa Maria di Galeria, in occasione dell’inaugurazione di nuovi trasmettitori che valorizzeranno ulteriormente le potenzialità del Centro, anche Giovanni XXIII, il 27 novembre 1962, e Paolo VI, il 30 giugno 1966. In tale occasione, Paolo VI pronuncia un discorso «storico» e programmatico, in cui spiega che, dopo il mirabile sviluppo raggiunto dalle capacità tecniche della Radio Vaticana, egli intende promuovere un corrispondente e più ampio sviluppo della sua programmazione.
Così il 6 gennaio 1967, al termine dei lavori di una Commissione di studio nominata dal Papa, di cui fa parte anche p. Stefanizzi, Paolo VI rinnova la formula della dirigenza della Radio, nominando direttore generale p. Giacomo Martegani, già direttore de La Civiltà Cattolica. P. Stefanizzi conserva la direzione tecnica.
Accompagnando lo sviluppo della programmazione radiofonica, sotto la direzione di p. Stefanizzi, nel 1959 avvengono anche i trasferimenti e l’installazione di nuovi studi nella sede dell’ex Museo Petriano (ora tale sede non esiste più, essendo stata distrutta per far spazio al grande piazzale fra il Palazzo del Sant’Ufficio e il Braccio di Carlo Magno), poi nella sede provvisoria di Palazzo Torlonia, in via della Conciliazione (1967-69), e infine nella nuova sede, più ampia e stabile, di Palazzo Pio (1970).
Né bisogna dimenticare il servizio prestato da p. Stefanizzi in altre direzioni, come il rinnovamento dell’impianto elettroacustico della Basilica di San Pietro; la partecipazione alla Commissione preparatoria del Concilio Vaticano II per gli impianti audio, video e per la diffusione mondiale degli eventi; la collaborazione, importante e durata molti anni, con i vescovi dell’Asia per la realizzazione di Radio Veritas, una grande emittente situata a Manila per la diffusione di programmi in varie lingue asiatiche verso tutta l’Asia meridionale e orientale, impostata sul modello della Radio Vaticana e del suo Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria.
Il 25 settembre del 1973 hanno luogo nuovi avvicendamenti nella direzione della Radio. P. Roberto Tucci, anch’egli già direttore de La Civiltà Cattolica, prende il posto di p. Giacomo Martegani alla Direzione generale, mentre p. Sabino Maffeo prende il posto di p. Stefanizzi alla Direzione tecnica.
Ma la Santa Sede continuerà a fruire della competenza e dell’esperienza scientifico-tecnica e «vaticana» di p. Stefanizzi con la sua nomina a «consulente tecnico della Presidenza della Pontificia Commissione per le Comunicazioni Sociali», che avviene contestualmente al termine del servizio presso la Radio Vaticana e che continuerà fino al 1997.
Presso la Pontificia Commissione – poi «Pontificio Consiglio» – per le comunicazioni sociali, p. Stefanizzi affianca con competenza ed efficacia il servizio dei successivi presidenti: i vescovi Andrzej Deskur e John P. Foley (poi divenuti cardinali), del vicepresidente, mons. Agnellus Andrew, e successivamente del segretario, mons. Pierfranco Pastore. Essi sono tutti dei «comunicatori», ma non dei «tecnici». Perciò p. Stefanizzi, che continua a contare anche sulla collaborazione dei validi tecnici che lo hanno affiancato nel lavoro precedente alla Radio (come gli ingegneri Lemme, Caravani, Giudici), è il loro indispensabile aiuto nel prendere nuove iniziative e affrontare situazioni impegnative che richiedono competenze tecniche specifiche.
Stefanizzi è considerato molto esperto nel campo delle telecomunicazioni, cosicché sia la Segreteria di Stato della Santa Sede sia il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano si rivolgono frequentemente a lui per consulenza e lo nominano membro di varie delegazioni per la partecipazione a riunioni di organismi internazionali.
Un importante filone di attività di p. Stefanizzi è così quello attinente alla partecipazione vaticana al nuovo mondo delle telecomunicazioni satellitari. P. Antonio rappresentò il Vaticano fin dalle riunioni a Washington per l’avvio dell’Intelsat, la prima organizzazione intergovernativa mondiale per lo sviluppo e la gestione delle telecomunicazioni via satellite, di cui la Città del Vaticano risultò uno degli 11 Stati fondatori nel 1964. Negli anni Novanta fu in prima linea nel gruppo di lavoro costituito nel 1992 dal Governatorato per lo studio e la realizzazione di due Stazioni terrene satellitari (con parabole del diametro di 7-8 metri), che furono collocate alla sommità del Colle Vaticano. Esse entrarono in funzione rispettivamente nel 1994 e nel 1995, trasmettendo tramite due satelliti Intelsat collocati sull’Oceano Atlantico e sull’Oceano Indiano, e consentendo in particolare la trasmissione dei programmi della Radio Vaticana con copertura praticamente globale.
Un altro impegno che si deve menzionare è l’organizzazione delle «Mondovisioni», ossia della copertura televisiva mondiale dei principali eventi vaticani – come i Messaggi e le Benedizioni «Urbi et Orbi» dei Papi nei giorni di Natale e di Pasqua –, in cui, con l’impiego di satelliti di telecomunicazione e con il supporto economico dei Cavalieri di Colombo, viene offerta gratuitamente a un gran numero di televisioni mondiali la possibilità di ritrasmettere le riprese compiute dalla Rai italiana, e successivamente dal Centro Televisivo Vaticano. L’inizio ufficiale delle «Mondovisioni» ebbe luogo il 24 dicembre del 1974 con l’apertura della Porta Santa e la Messa natalizia celebrata da Paolo VI per inaugurare l’Anno Santo.
Un altro compito di p. Stefanizzi è stato quello di seguire le diverse fasi dell’organizzazione del nascente Centro Televisivo Vaticano (CTV). In conseguenza di ciò, nel 1989 egli viene nominato anche membro del Consiglio di Amministrazione del CTV, riorganizzato sotto la guida di un nuovo presidente, il dottor Emilio Rossi, già esperto dirigente della Rai. L’anno successivo (1990) p. Stefanizzi viene nominato espressamente nuovo Segretario generale del CTV. Con questo compito affiancherà efficacemente per diversi anni la saggia guida, da parte dell’indimenticabile dottor Rossi, dell’organismo di produzione e servizio televisivo del Vaticano.
Il 10 luglio del 1997 hanno termine ambedue gli incarichi di p. Stefanizzi presso il Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali e presso il Centro Televisivo Vaticano. Egli riceve una bella lettera di ringraziamento firmata da papa Giovanni Paolo II, che conserverà presso di sé fino al termine dei suoi giorni con gratitudine e con gioia. Il suo servizio alla Santa Sede è concluso, anche se egli sarà ancora membro del «Comitato mass media del Grande Giubileo» fino al 2000.
Come si è già detto, quando venne nominato direttore della Radio Vaticana nel 1953, p. Stefanizzi abitò – come aveva fatto già il suo predecessore, p. Soccorsi – nella «Palazzina Leone XIII», situata sulla sommità del Colle Vaticano, presso l’antica «Torre di Leone IV». Successivamente, insieme a p. Pellegrino, egli poté trasferirsi in un piccolo edificio, che si trovava sempre vicino alla sommità del Colle, ma alcune decine di metri più in basso. Qui i padri costituirono una piccola comunità religiosa, dove anche gli altri padri addetti alla Radio, pur non abitandovi (risiedevano infatti generalmente nella «Casa degli Scrittori», in via dei Penitenzieri), potevano incontrarsi più facilmente. Questo edificio nel 2013 è diventato la residenza di Benedetto XVI.
Quando termina il servizio presso la Radio Vaticana, nel 1973, p. Antonio si trasferisce alla comunità de La Civiltà Cattolica, con cui ha sempre conservato ottimi rapporti di amicizia e conoscenza (ne fa parte un bel gruppo di padri della Provincia napoletana della sua generazione: Caprile, Rulli, De Rosa, Castelli…) e per la quale ha di tanto in tanto scritto articoli informativi e divulgativi sul tema delle telecomunicazioni. Dopo la conclusione degli altri servizi per la Santa Sede, nel 1997, p. Stefanizzi, ottantenne ma ancora in forze e in buona salute, libero dagli impegni vaticani, assume nuovi compiti per il servizio della sua comunità: ministro e poi aiuto ministro, economo, scrittore, consultore di casa, prefetto della salute… Nel 2010 viene dispensato da servizi diventati ormai troppo impegnativi.
Nel 2014, diventando la sua condizione di salute più precaria ed essendo quindi necessaria una forma di assistenza più continua e attenta, che alla Civiltà Cattolica non può essere garantita, p. Antonio si trasferisce alla comunità «San Pietro Canisio», nell’infermeria, dove gli è affidata la caratteristica e preziosa missione dei più anziani: pregare per la Chiesa e per la Compagnia di Gesù.
Questa è stata dunque l’ultima tappa della sua lunghissima vita. Anche se negli anni più recenti talvolta la memoria si manifestava indebolita, egli ha potuto sempre partecipare alla vita della comunità, ai pranzi comuni, alla Messa e al rosario con gli anziani, spostandosi con la sedia a rotelle o camminando con il deambulatore. Salutava tutti con il suo sorriso aperto e cordiale, decano amato di una comunità dove i novantenni e anche i centenari non mancavano.
Aveva vissuto l’avvicinarsi al traguardo dei 100 anni con qualche preoccupazione: chiedeva spesso se doveva ancora compierli o se li aveva già compiuti… Ma dopo la bellissima festa per i suoi 100 anni nel refettorio della comunità, non vi erano più dubbi. Era contento per il buon servizio compiuto per il Signore e la sua Chiesa e aspettava serenamente la chiamata finale. Ora questa è giunta, a compimento di una vita religiosa straordinariamente lunga e sempre operosa.
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IN MEMORY OF FATHER ANTONIO STEFANIZZI S.I. (1917-2020)
At over 102 years of age, and 87 years of religious life in the Society of Jesus, Antonio Stefanizzi passed away on 4 April. The mission of his life was to serve the Church, in particular the Holy See, as a manager and expert in telecommunications. Graduated in physics, at only 35 years old he was appointed director of Vatican Radio in 1953, and he greatly strengthened it from a technical point of view, so that the Pope’s voice could reach all the continents. An organizer of «worldwide» television broadcastings of several Popes’ Easter and Christmas celebrations; a technical expert at the Pontifical Council for Social Communications; and, Secretary of the nascent Vatican Television Center, Fr. Stefanizzi was a key figure in Vatican communications for almost 50 years.