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Prendere spunto da una pittura per trarre informazioni sulla quantità di fori in uno strumento a fiato antico o sul numero di corde di uno strumento a corde medievale è cosa non recente, ma affrontare in modo sistematico il rapporto dell’arte figurativa con il mondo dei suoni è piuttosto inedito, e realizzarlo con un grande respiro, come hanno fatto i curatori di questa collana, è impresa assolutamente meritevole. Barbara Aniello, che insegna nella Facoltà di Storia e Beni culturali della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, dopo il primo volume dedicato al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, si rivolge ora, con il gruppo dei suoi collaboratori, al mare grande della Pinacoteca Vaticana.
Il pregevole volume è in larga misura a colori, anche per aiutare una migliore fruizione da parte del lettore. Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, lo presenta egregiamente, individuando una delle caratteristiche peculiari del procedere degli studiosi: la scoperta e poi l’approfondimento di particolari a prima vista insignificanti. L’introduzione generale, definita con il termine di «Preludio» da Barbara Aniello, descrive brevemente il secondo, terzo e quarto dei saggi introduttivi, dedicando maggiore spazio al contenuto vero e proprio del volume, che si trova in 37 schede. I brevi saggi non introducono direttamente le schede stesse, ma piuttosto offrono esempi concreti di come si procede poi nell’indagine che si trova nelle schede.
Riguardo ai saggi, c’è quello della stessa Aniello, «L’ottavo angelo musico del Giudizio Universale: la “recreazione” di Michelangelo», dove il particolare quasi nascosto di un ottavo angelo, giovane, musicante, fa da filo conduttore al pensiero che Michelangelo matura nell’itinerario dell’intera sua opera. António Estêvão Fernandes, con «Le note della misericordia: le trombe nella Bibbia», e Marco Martino, con «Le trombe nell’iconografia apocalittica, tra Oriente e Occidente», ci mostrano le peculiarità degli strumenti aerofoni arcaici, così presenti nell’iconografia, non solo in quella religiosa. Infine, Elisabetta Gnignera, con «Credeva che tu valessi oro… Lusso e vezzi “di moda” nelle Storie di San Giovanni Battista», commenta i due scomparti di predella con le storie di san Giovanni Battista contenute presso il Museo del Duomo di Siena.
Le 37 schede sui singoli dipinti della Pinacoteca Vaticana, firmate da don Fabrizio Gioiosi, musicista, rappresentano il vero e proprio «Itinerario Sonus». Le schede sono suddivise in quattro parti: «La musica nella vita di Cristo… nella vita di Maria… nella vita dei santi… nella vita della Chiesa». Le epoche delle raffigurazioni esaminate vanno dall’XI secolo fino a metà del Settecento. La regola maestra seguita da don Fabrizio è appunto il già sottolineato principio che «quando c’è un’anomalia, c’è quasi sempre un perché». Il lettore, che dal genere letterario di schede si attende un procedere sommario, sintetico, rimarrà sbalordito nell’esaminare un contenuto completo (e corredato di note), nonostante lo spazio a disposizione, che, mediamente, va dalle quattro alle sei pagine, illustrazioni comprese. Don Fabrizio cerca di non sacrificare nulla nella presentazione delle singole opere d’arte a discapito delle particolarità musicali, così che ne nasce un’opera degna di inserirsi tra quelle più autorevoli della storia dell’arte.
Negli Apparati, troviamo una ricca bibliografia e una sorpresa finale: scaricando un QR Code, riportato sul rivolto della IV di copertina, si potranno ascoltare i suoni o le musiche commentate nelle schede, esemplificate in piccoli particolari, ordinati di seguito, in bianco e nero.