«Di qualunque cosa parli nella sua storia e nella sua lingua, il narratore deve reinventare il mondo intero, ricrearlo un’altra volta da zero, e per farlo ha bisogno di poco: l’attenzione di lettori e ascoltatori, e il silenzio in cui prendere a parlare, a raccontare, a scrivere»[1].
Attenzione e silenzio sono i requisiti primi della vita spirituale, i fondamentali presupposti per vivere un incontro profondo e personale con l’Altro. Colpisce ritrovare queste attitudini umane semplici, e sempre da esercitare e recuperare quando si sono perse, nella descrizione che uno scrittore offre ai suoi lettori del passaggio alchemico che porta alla creazione di una pagina di letteratura.
Di Christoph Ransmayr, scrittore austriaco classe 1954, autore di numerosi romanzi e saggi tradotti in più di 30 lingue, la casa editrice «L’orma» ha pubblicato nel 2023 L’inchino del gigante. Cinque brevi libri di viaggi e metamorfosi, libro eterodosso, divergente, singolare, occasionato perché occasionale. Difficile darne conto in una sintesi complessiva, visto che questo libro nasce dall’unione di cinque brevi libri che sono stati pubblicati separatamente in un ampio arco di tempo, che abbraccia quasi trent’anni di scrittura e di vita dell’autore, dal più antico La terza aria o Un palco sul mare del
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