Dopo le primarie del partito repubblicano, svoltesi il 23 gennaio nel New Hampshire, per la scelta del candidato alle presidenziali del 5 novembre 2024, la corsa alla nomination in questo partito, secondo molti analisti politici, sembrerebbe già decisa[1]. Pare che una maggioranza consistente degli elettori conservatori intenda concedere un’altra possibilità a Donald Trump, nonostante i numerosi reati, di diversa natura, di cui è stato accusato in varie parti degli Stati Uniti e la sua pericolosa contestazione del risultato delle elezioni del 2020, con il conseguente assalto al Congresso, condotto il 6 gennaio 2021 da suoi vari sostenitori, con lo scopo di ribaltare con la forza il risultato elettorale. Insomma, tale risultato – sebbene il procedimento per la nomination repubblicana sia ancora in divenire – appare come una sorta di «brutta riedizione» delle precedenti elezioni presidenziali tra Trump e l’attuale presidente, Joe Biden.
La novità invece è che gran parte degli elettori non sembrano per nulla soddisfatti di questa nuova contesa, nel caso dovesse essere riconfermata. Da anni una maggioranza degli statunitensi, secondo gli istituti di sondaggio, dice che non vuole questi due uomini alle elezioni presidenziali del 2024[2]. Invece, probabilmente è ciò che accadrà.
Il 14° emendamento della Costituzione statunitense
Nel dicembre 2023, gli Stati del Colorado e del Maine hanno deciso di escludere Trump dalla candidatura alle elezioni del 2024 sulla base del 14° emendamento (sezione 3) della Costituzione degli Stati Uniti, che recita: «Nessuno potrà ricoprire alcuna carica pubblica, civile o militare, se, dopo aver giurato di difendere la Costituzione degli Stati Uniti, abbia preso parte a un’insurrezione o ribellione contro di essi o abbia dato sostegno ai nemici dello Stato»[3]. Dal canto suo, Trump ha chiesto alla Corte Suprema di intervenire a suo favore contro la sentenza dei giudici del Colorado.
La questione è seria. Dalla decisione della Corte Suprema dipende l’ammissibilità o meno della candidatura dell’ex presidente, con tutto ciò che questo comporta. Secondo un celebre studioso del diritto, Mark Graber, per «insurrezione» i padri costituenti intendevano un «tentativo di due o più persone di intralciare con la forza o con l’intimidazione l’applicazione della legge federale»[4]. Sappiamo anche che chi scrisse tale emendamento non intendeva escludere il presidente degli Stati Uniti da queste clausole. Il ruolo di Trump in questa vicenda è stato evidenziato da una commissione d’inchiesta della Camera che, nella sua relazione finale, ha accusato il presidente uscente di aver
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