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Ispirati dal pensiero di Benedetto XVI nella sua enciclica Caritas in veritate, gli autori – Marco Scicchitano, psicologo, e Giuliano Guzzo, sociologo – vogliono offrire alcuni spunti di riflessione a partire dal punto di vista psicologico e sociologico. In tutto il libro risuona il loro appello a restare umani.
Il volume si compone di una breve introduzione e di sette capitoli, ciascuno dei quali si conclude con una piccola ma appropriata bibliografia sull’argomento trattato.
Il primo capitolo, dedicato a «generazione e nascita», parla degli influencer sui social network. A partire da un post di un cosiddetto influencer sulla vasectomia e sul congelamento degli spermatozoi, si sviluppa un discorso sulla capacità di generare svincolata dalla sessualità, sulla costituzione della nostra identità, sulla trasmissione epigenetica, sulla psicogenealogia e sul legame con le generazioni precedenti. Nella seconda parte del capitolo si spiega l’importanza del legame particolare tra madre e figlio.
Nel secondo capitolo gli autori parlano del concetto di «maschile e femminile» e lo illustrano non soltanto come stereotipi di genere, ma anche come spettro di possibilità. Nell’ambito educativo, essi deplorano la mancanza di una tradizione di educazione sessuale in Italia e le tendenze globali che portano a considerare le differenze di genere come generate dalla cultura. Sottolineano che «la differenza tra maschile e femminile è originaria ed è fonte di attrazione e vitalità, rappresenta un patrimonio dell’umanità» (p. 38).
Il terzo capitolo parla della sessualità, della rivoluzione sessuale, e approfondisce il discorso iniziato nel secondo capitolo. Vengono analizzati inoltre la sovraesposizione del sesso, il problema della pornografia, la perdita di attrazione nell’attività sessuale o, in altre parole, «la perdita dell’importanza profonda che la sessualità dovrebbe ricoprire nella vita delle persone» (p. 53). Il capitolo si conclude con uno sguardo sulla situazione europea basato su diverse ricerche empiriche.
«Aborto e selezione genetica» sono i temi del quarto capitolo. Gli autori chiariscono che il «lutto perinatale rappresenta per la donna una perdita ambigua. Si sovrappongono, infatti, la sofferenza personale e l’irresponsabilità sociale che minimizza l’evento» (p. 71). Questo lutto può causare la cosiddetta «sindrome post aborto», che è un rivivere l’evento traumatico dell’aborto. Vengono spiegate le modificazioni biologiche in gravidanza e il supporto alla maternità, per poi focalizzare l’attenzione, nella seconda parte del capitolo, sulla sindrome di Down, sulla questione della diagnostica prenatale e – laddove il feto sia malato – su quella dell’eugenetica.
Il quinto capitolo è dedicato al «cyborg» (organismo cibernetico) e a tutte le domande essenziali ad esso legate. Gli autori si chiedono: «A cosa tende il potenziamento umano? Sostituire parti “calde” di noi […] con freddi artifici tecnologici?» (p. 97). Secondo loro, la tecnologia e l’antropologia post-umana non rappresentano sempre un progresso umano. Una dimensione di coscienza illimitata, libertà totale e immortalità effettiva significherebbero un’applicazione della tecnologia all’uomo, il quale diventerebbe sostanzialmente come Dio, senza aver più bisogno di Dio. Questo sarebbe un rifiuto dell’umano.
Nel sesto capitolo si parla di «cittadini o consumatori». Vivendo «nella società più globalizzata che sia mai esistita» (p. 107), e nello stesso tempo in una società tecnoliquida, diventa sempre più importante per l’individuo costruire e definire la propria identità. Il che gli serve anche per rimanere cittadino e non diventare soltanto consumatore. Alla fine del capitolo gli autori parlano della rimodellazione antropologica del nostro tempo – come avviene, ad esempio, con la frammentazione della famiglia – e presentano anche motivi di speranza per la nostra società contro un appiattimento morale e il rischio dell’omologazione.
Il settimo capitolo parla della «morte», e in particolare del diritto e del desiderio di morire. A questo riguardo, vengono posti molti interrogativi legati alla sofferenza e al dolore, all’invecchiamento e all’autodeterminazione. Il capitolo si conclude con delle riflessioni sulla cosiddetta «dolce morte» (eutanasia) e sul testamento biologico.
Questo volume può risultare utile non soltanto agli specialisti, ma a tutti coloro che si domandano se la nostra società sia veramente sulla strada giusta e se tutti i progressi tecnologici conseguiti negli ultimi tempi siano da considerare come vantaggi per l’umanità o la mettano maggiormente a rischio.
MARCO SCICCHITANO – GIULIANO GUZZO
Restare umani. Sette sfide per non rimanere schiacciati dalla tecnologia
Roma, Città Nuova, 2018, 144, € 15,00.