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Il titolo di questa antologia di scritti, curata e tradotta da don Elvis Ragusa, è tratto da una lettera inviata dall’A. a un’amica d’infanzia nel gennaio del 1936. Il «qualcos’altro» è l’essere «arrivato alla Bibbia per la prima volta».
Questa lettera è stata scritta da Bonhoeffer a Finkenwalde, nel seminario da lui diretto ed espressione della Chiesa confessante. Questa era stata fondata da lui, da Karl Barth e da altri per esprimere il dissenso del protestantesimo tedesco dal nazismo e l’incompatibilità con la Chiesa evangelica tedesca, controllata dal regime. Nella lettera l’A., pienamente coinvolto nel suo ruolo di pastore militante, di predicatore e teologo in nome di un Vangelo autentico, si confida in merito alla sua ricerca interiore e alla sua meditazione sulla Parola: «Avevo predicato spesso, avevo visto molto della Chiesa, ne avevo parlato e scritto – eppure non ero ancora diventato un cristiano» (p. 11). Un’affermazione che può sorprendere chi conosce la biografia dell’A. e che invece – come viene precisato nell’Introduzione – conferma «l’inscindibilità fra lo sviluppo del suo pensiero e gli eventi della sua vita, al punto di poter parlare in lui di un’“esistenza teologica”» (ivi).
Proprio questa coerenza di uomo dalla spiritualità profonda, di maestro e di testimone fino al martirio è il filo conduttore del volume, che raccoglie una serie di scritti in ordine cronologico – lettere, conferenze, sermoni, diario ecc. –, che diventano quasi una narrazione dettagliata di luoghi e situazioni in cui l’A. si trovò coinvolto, e un indizio dell’evoluzione del suo pensiero.
Nella raccolta, molti sono i testi in cui emerge il rapporto del pastore Bonhoeffer con la Bibbia. Egli la incontra in tre diversi momenti: sul pulpito, sul tavolo da lavoro e in preghiera. Tre modalità inscindibili, che rendono la Parola allocuzione, atto e mistero. In questo senso, sono particolarmente importanti i testi del 1933 (anno dell’ascesa di Hitler al potere), in cui l’A. dal pulpito interpreta le Scritture, attualizzandole: «La Bibbia a volte parla di Dio che in cielo si fa beffe del tumulto e della frenesia umana, di Dio che ride della sua vanitosa creatura. […] Abbiamo un solo altare nella Chiesa, ed è l’altare dell’Altissimo, dell’Unico, dell’Onnipotente, del Signore al quale solo è dovuto l’onore e l’adorazione, del Creatore davanti al quale […] l’uomo più potente è solo polvere. Non abbiamo altari laterali per il culto di uomini» (p. 148).
Di particolare rilievo sono anche i testi scritti da Finkenwalde, in cui Bonhoeffer rivela la sua cura per la formazione dei giovani pastori, chiamati a operare in un quadro decisamente difficile – il seminario verrà chiuso forzatamente nel 1937 –, che trova sul piano teologico ed ecclesiologico una sintesi nella conferenza «Sulla via dei giovani teologi illegali della Chiesa confessante», tenuta in Pomerania nell’ottobre del 1938. In una fase critica della Kirchenkampf, l’A., confermando le linee tracciate dai Sinodi di Barmen e Dahlem, dichiara la sua fedeltà alla Chiesa, «legata solo a Gesù Cristo», «corpo reale di Cristo sulla terra». Una Chiesa del Vangelo che «può sì diventare una Chiesa perseguitata e sofferente, ma non potrà mai seguire la via dell’autosufficienza, l’isolamento dalla Chiesa universale» (p. 240).
Sul piano spirituale, colpisce il testo «Guida alla meditazione quotidiana» (22 maggio 1936), rivolto ancora ai giovani pastori di Finkenwalde, in cui si rivela il cammino dell’uomo di preghiera luterano, mettendo le Scritture al centro e seguendo una ferma disciplina: «La preghiera è il primo servizio della giornata da rendere a Dio. Dio pretende il nostro tempo per questo servizio. C’è voluto del tempo perché Dio venisse a noi in Cristo per salvarci. E ha bisogno di tempo prima di entrare nel mio cuore per salvarmi» (p. 258).
Le pagine tratte dal Diario americano, giugno-luglio 1939 ci mostrano l’interesse dell’A. per i nuovi orizzonti del protestantesimo d’oltreoceano e i suoi combattimenti interiori, che lo faranno ritornare in Germania ed entrare nella Resistenza.
Grazie a questa antologia, abbiamo dunque la possibilità di conoscere aspetti importanti della vita e della personalità di Bonhoeffer, di cogliere la sua costante ricerca di una sintesi fra meditazione e azione e di ricavare significative chiavi di lettura per meglio comprendere il suo insegnamento teologico.