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Nei due testi Raniero La Valle, già direttore de Il Popolo con Aldo Moro e dell’Avvenire d’Italia negli anni del Concilio, affronta un controverso problema dei nostri giorni: stiamo davvero andando verso la distruzione del mondo?
Il primo volume, No, non è la fine. Se il mondo ci sfugge di mano, sintetizza il più profondo terrore dell’uomo: la perdita del controllo; e la morte, individuale o come fine del mondo, è la realtà incontrollabile per eccellenza. L’autore esamina gli aspetti economici, politici, sociali, ecologici di un mondo che si sta distruggendo: il clima impazzito, l’aumento delle temperature, i ghiacciai che si sciolgono, il buco dell’ozono, la pandemia inquietante ecc. Tutto sembra indirizzarci verso una fine; ma il mondo finirà davvero? Forse la fede ci salverà dalla fine? C’è un Dio che potrà salvarci dalla catastrofe?
Il 4 ottobre 2020 papa Francesco pubblicava l’enciclica Fratelli tutti, dove la parola che incoraggia e cancella le differenze non è tanto «fratelli», ma «tutti». Proprio tutti siamo nel cuore di Dio. Non a caso, la figura emblematica posta al centro dell’enciclica è il Samaritano: il suo farsi prossimo indica l’essere prossimo a tutti. Ecco la ragione dell’enciclica: se vogliamo salvare la Terra, non si tratta solo di cambiare il paradigma dell’umano che regge tutte le nostre culture, ma di passare da una società esclusiva di soci a una società di fratelli.
Secondo l’autore, «se tutto questo non basterà, se nonostante i suoi sforzi la Terra non riuscirà a salvarsi da sola, non per questo finirà. Allora ci sarà un Dio che, struggendosi di amore per il mondo e per l’uomo, […] afferrerà il mondo che ci sfugge di mano, e lo restituirà alla vita» (p. 152). «Dio è fedele e non può assistere inerte all’agonia della Terra», perché vi sono più di 7 miliardi di persone e «una grande quantità di animali (Gn 4,11)» (ivi). Forse questo non sarà un «Dio politicamente corretto. […] Ma sarà la vera tavola di salvezza della Terra, la promessa che si realizza, la storia che continua» (p. 153).
Il secondo volume, Ora si può, è un libro di geopolitica a sfondo teologico. Con il Concilio, Giovanni XXIII ha avviato un processo di aggiornamento, ora portato avanti da papa Francesco, che ha infranto quattro muri.
Il primo è «il monopolio della salvezza» (p. 37): il Papa definisce «popolo di Dio» l’umanità intera, abbracciata dalla misericordia divina.
Il secondo muro è la negazione della libertà religiosa. Grazie al Vaticano II (cfr Dignitatis humanae, n. 2), essa viene riconosciuta come «l’espressione stessa della dignità umana, nessuno la può dare o togliere, è iscritta nel cuore della stessa identità della persona» (p. 43). Con Bergoglio si approfondisce l’apertura della Pacem in terris di Giovanni XXIII. Egli assume come papa un nome profetico, quello di Francesco d’Assisi. Afferma che il potere di Pietro è il servizio, che ha il vertice nella croce, e propone una conversione del papato: la sua missione consiste nell’annunciare «un Dio che è solo perdono e misericordia, un Dio che “giudica amandoci”» (p. 55); inoltre sostiene la sinodalità [cioè il «camminare insieme»] con i vescovi, che non si può fare senza il popolo, le donne, i peccatori, i divorziati, i poveri, gli ultimi.
Il terzo muro è «l’abuso del giudizio» (p. 57). «Chi sono io per giudicare?», è la frase, divenuta celebre, pronunciata da Bergoglio nei riguardi degli omosessuali, «per dire che solo Dio poteva conoscere la disposizione del loro cuore e la Chiesa non poteva né escluderli né punirli sulla base di una condizione oggettiva» (ivi).
Il quarto muro è l’immagine di «un Dio violento» (p. 59). Se questo muro è caduto da tempo, ora se ne comprende la portata innovativa: «La nonviolenza di Dio è un criterio di riconoscimento di ciò che è religione» (ivi). Il 4 febbraio 2019 il documento di Abu Dhabi, firmato da Francesco e da Ahmad al-Tayyeb, ha messo sullo stesso piano «la fede in Dio e la fede nella fratellanza», e ha chiesto ai leader del mondo «di diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; di fermare lo spargimento del sangue innocente, di porre fine alle guerre» (p. 69). E ha aggiunto: «Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina» (p. 71).
L’enciclica Fratelli tutti ha fatto un ulteriore passo avanti: ha abolito il concetto di «straniero». Da qui la conclusione: «Non basta essere soci, non basta essere fratelli. Occorre essere prossimo. Ma chi è il prossimo?»
(p. 77). Francesco, diventando promotore dell’unità di tutta la famiglia umana, si appella a Is 58,7: «Prossimo è colui che è carne della tua carne».
Sullo sfondo di questa storia nuova sarebbe possibile il progetto di una «Costituente Terra»: una Costituzione del mondo intero, in cui non dominino la politica e l’economia, ma l’amore per la Terra. Particolarmente felice l’affermazione dell’ayatollah al Sistani, leader della comunità sciita: «Gli uomini sono o fratelli per religione o uguali per creazione». Quindi, «tutti insieme abbiamo la responsabilità della salvezza anche fisica della Terra» (p. 86), che è «la nostra casa comune».
RANIERO LA VALLE
No, non è la fine.
Se il mondo ci sfugge di mano
Bologna, EDB, 2021,
158, € 13,00.
e
Ora si può
Torino, Giappichelli, 2021,
104, € 11,00.