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Storia, tenerezza, stupore, commozione, ironia: ecco gli ingredienti utilizzati da Maryanne Wolf per la costruzione di questi racconti. La celebre neuroscienziata cognitivista, studiosa della lettura, in particolare della dislessia, insegna alla University of California di Los Angeles. Dopo aver pubblicato, nel 2009, Proust e il Calamaro. Storia e scienza del cervello che legge, si presenta ora come scrittrice di narrativa. Le narrazioni rievocano il personaggio di Maria Maddalena in tre contesti culturali differenti e rivestono Gesù di umanità tangibile; trascinano «oltre la storia e oltre la conoscenza».
Queste storie, chiarisce l’A., «contemplano la persistenza dell’amore in tre diverse forme, riflesse nella vita immaginaria di Maria Maddalena e di Gesù, il cui modello per l’umanità continua ad essere una fonte di conforto e speranza al di là della religione, per i credenti e i non credenti» (p. 13). Sono mera consolazione, lontane da ogni pretesa storica e teologica, «frutto di fantasia, liberamente ispirate al vasto materiale disponibile sul Gesù storico, ai vangeli canonici e gnostici e al corrispondente periodo della cultura ebraica» (p. 17). In ogni testo emergono la concreta capacità di umanizzare Gesù e il dispiegarsi delle vicende di rinascita attraverso gli occhi delle protagoniste.
Nel primo racconto, nella Palestina del I secolo, Miriam, una bambina di sei anni, per lenire il dolore del padre, un rabbino vedovo, impara di nascosto a leggere i testi sacri. Attira così l’ostilità del popolo del villaggio, che la considera posseduta da sette demoni. Lontana dalle regole prescritte alle donne, respinta da tutti, inizia, vestita da ragazza, a seguire il padre nelle sinagoghe delle zone limitrofe; 12 anni dopo, ai confini di Magdala, incontra Gesù. Stupita dal suo modo di predicare, riconosce in lui il Messia atteso da secoli, lo «sposa» e lo segue.
Nel secondo racconto, Maddalena è una prostituta, una donna considerata impura e posseduta da sette demoni. Gesù la trova sul ciglio della strada quasi esangue, scorge in lei non sette demoni, ma dolore, schiavitù, speranza. Insieme ai Dodici apostoli, all’amico Lazzaro e alle sue sorelle, la prende con sé e la cura. Miriam, libera e redenta, seguirà Gesù in ogni momento della sua vita. Sarà sua compagna e prima testimone.
Nel terzo racconto, Marit è un mamzer, ossia una persona nata da un adulterio tra un’ebrea praticante e un console romano. Marit vive costantemente nel timore di non essere accettata e amata dai suoi genitori. Libera dalle consuetudini imposte alle donne di alta società del tempo, trascorre i suoi anni dedita allo studio. Un giorno, mossa dalla curiosità di incontrare Gesù, un mamzer come lei, scoprirà che l’amore si cela e assume diverse sembianze. Gesù cambia profondamente il suo sguardo, e Marit, dalla mente romana e dal cuore ebreo, si riscopre figlia amata. Camminerà con Gesù sino alla fine e sarà testimone del suo amore.
Il libro si caratterizza per la fluidità del linguaggio. Offre un’«esperienza intellettiva» ed empatica, che conferma le profonde dimensioni spirituali e professionali dell’A., per la quale l’incontro della Maddalena con Gesù è un incontro che genera vita e rivela la profonda e autentica umanità di Gesù.