Invader è lo pseudonimo di un artista francese nato nel 1969 e formatosi all’École Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Oltre un quarto di secolo fa, questo artista ha concepito il progetto di far invadere Parigi da un esercito di extraterrestri usciti direttamente da un videogioco e incarnati da piccoli mosaici colorati. Così, il 25 gennaio 2024 ha posato il suo millecinquecentesimo mosaico su uno dei grandi tubi blu che coronano il tetto del Centre Pompidou. Per celebrare l’evento, negli ex uffici del quotidiano Libération è stata allestita una mostra delle sue opere. Fin dall’inizio, Invader si è totalmente impegnato in un’avventura che non avrebbe mai immaginato potesse essere così contagiosa. Oggi è uno dei più noti rappresentanti a livello mondiale della street art.
Invader è cresciuto nell’epoca della diffusione dell’informatica. Era affascinato dallo sviluppo dei computer, appassionandosi in particolare a un videogioco inventato da Tomohiro Nishikado, lo Space Invaders, lanciato sul mercato nel 1978. All’epoca, si trattava di un videogioco arcade, collocato su un terminale nei bar, nei centri commerciali o nelle sale giochi (non esistevano ancora i personal computer). Sullo schermo apparivano a ondate successive terribili extraterrestri da eliminare con un raggio laser: un compito complicato, perché quelli risorgevano continuamente in massa. Il giovane artista era stato particolarmente colpito dalla grafica del gioco[1]. Sugli schermi dell’epoca, molto lontani da quelli odierni ad alta definizione, le immagini apparivano chiaramente pixellate, ossia costituite da tanti piccoli elementi quadrati chiamati pixel[2].
Il colpo di genio di Invader è stato quello di riconoscervi dei mosaici digitali, che potevano essere trasposti in mosaici murali, fatti di tessere di terracotta. Così egli aveva trovato il modo di dare agli invasori del gioco amato un’esistenza tangibile, più duratura del loro effimero passaggio su uno schermo digitale. Un primo mosaico, molto piccolo, raffigurante un extraterrestre, fu posato su un muro della periferia parigina nel 1996. Presto maturò l’idea di inondare tutta Parigi con mosaici di questo tipo. La prima ondata d’invasione si ebbe nel 1998. L’artista scelse per sé lo pseudonimo di Invader e diede ai suoi mosaici il nome di Space Invaders.
Da allora, le ondate di invasione sono proliferate, estendendosi anche ad altre città (tra cui New York, Los Angeles, Londra, Tokyo e Hong Kong). Ad oggi[3], sono stati installati 4.205 mosaici in totale, di cui 1.524 a Parigi. In Italia, ne sono stati collocati 75 a Roma e 40 a Ravenna.
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