Il Prologo a La descrizione del mondo, redatto da Rustichello da Pisa dopo aver trascritto la narrazione di Marco Polo, è un documento di grande valore documentario: rivela infatti le griglie di percezione entro le quali Marco Polo (di cui quest’anno ricorrono i 700 anni dalla morte) e i suoi contemporanei comprendevano i loro viaggi. Vi si può scorgere come una testimonianza di quello che qui chiameremo «primo globalismo». Se si confronta la sua retorica con quella che si incontra in documenti successivi, è possibile delineare i cambiamenti che hanno portato a considerare la Terra come un «sistema», una realtà globale e interconnessa. Un altro grande viaggiatore italiano, Matteo Ricci, testimonia la conclusione di questa fase nella lunga storia degli scambi globali.
Nel processo teso a confrontare le visioni del mondo di Marco Polo e Matteo Ricci faremo due tappe: diremo qualcosa sulla visione del mondo di san Francesco Saverio, immediato predecessore di Ricci in Estremo Oriente; e metteremo a confronto il Prologo di Rustichello con la Prefazione scritta nel 1556 da François Gruget Lochois per la sua traduzione francese di una delle versioni latine del racconto di Polo e Rustichello. Il «globalismo» non è iniziato con la «globalizzazione» e, fino ad oggi, la percezione del mondo come sistema, rete di luoghi, culture ed economie continua a evolversi[1]. La comprensione dei modelli mentali attraverso i quali il sistema-mondo è stato percepito nel passato ci consente di discernere e descrivere con una certa distanza critica la griglia di percezione e conoscenza specifica della nostra epoca.
Marco Polo e il romanzo della Terra
Cominciamo con il Prologo de La descrizione del mondo, così come è stato scritto da Rustichello da Pisa: «Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti d’Erminia, di Persia e di Tarteria, d’India e di molte altre province. E questo vi conterà il libro ordinatamente siccome messere Marco Polo, savio e nobile cittadino di Vinegia, le conta in questo libro e egli medesimo le vide. Ma ancora v’à di quelle cose le quali elli non vide, ma udille da persone degne di fede, e però le cose vedute dirà di veduta e l’altre per udita, acciò che ’l nostro libro sia veritieri e sanza niuna menzogna. Ma io voglio
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