|
Il padre gesuita Gianfranco Ghirlanda, recentemente divenuto professore emerito della Facoltà di Diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana di Roma, è uno dei più importanti canonisti dei nostri giorni. Il metodo da lui adottato per insegnare e per applicare il diritto canonico affonda le radici nella connessione tra legge e teologia. In carriera, ha insegnato agli studenti del primo ciclo di studio, quello propedeutico.
Alla fine degli anni Settanta il diritto canonico non risultava particolarmente attraente per i seminaristi e per il clero in generale. Il proposito di p. Ghirlanda, peraltro coronato con successo, è stato fin da allora di mostrare ai suoi studenti come le norme canoniche codificano l’esperienza della Chiesa, siano esse perenni o nuove, promuovendo e salvaguardando i valori ecclesiologici che hanno dato origine ad esse. Gli studenti imparavano la ratio legis, cioè la ragione e il contesto di ogni legge proposta dalla Chiesa.
Questo libro riguarda quegli stessi argomenti e segue un metodo simile. L’autore affronta i temi centrali della dottrina sugli Ordini sacri secondo la dottrina del Concilio Vaticano II, in particolare la distinzione e la complementarità tra il sacerdozio comune di tutti i battezzati e il sacerdozio ministeriale o gerarchico. Spiega l’insegnamento conciliare sui tre gradi dell’Ordine sacro, la sua esposizione nel Catechismo della Chiesa Cattolica e la sua manifestazione più recente nel Codice, come modificato nel 2009 dal «motu proprio» Omnium in mentem. Non manca un’ampia trattazione sulle ragioni per cui il sacerdozio è riservato agli uomini.
Ovviamente si riscontra una certa convergenza tra le due sezioni del libro: per esempio, per quanto riguarda il discernimento delle qualità dei candidati e della loro attitudine agli Ordini, nonché l’assistenza professionale che può essere richiesta alle scienze psicologiche nell’ammissione e nel progresso dei seminaristi. L’autore tratta accuratamente la questione in relazione sia al diritto alla privacy dei candidati sia all’obbligo per la Chiesa di esprimere giudizi informati.
Di particolare interesse è la trattazione che p. Ghirlanda dedica alla castità, all’obbedienza clericale, alla semplicità di vita e al rapporto di queste tre realtà con i consigli evangelici e con la vita consacrata.
Un altro argomento esaminato è quello della perdita dello stato clericale. Alle tematiche trattate dal Codice – la dichiarazione di invalidità dell’ordinazione, la pena di dimissione e la dispensa dagli obblighi dello stato clericale – l’autore aggiunge una discussione sulla realtà più recente della dimissione ex officio.
Ghirlanda è noto per la sua chiarezza espositiva nelle lezioni. Allo stesso modo, il linguaggio di questo libro è facilmente accessibile ai lettori.
Chi dovrebbe leggere questo libro monumentale? Diverse persone lo faranno per ragioni specialistiche: i docenti e gli studenti di diritto canonico e di teologia; i formatores dei seminari. Soprattutto leggeranno con piacere coloro che, come il presente recensore, sono stati studenti di p. Ghirlanda o i suoi colleghi di facoltà passati e presenti. Esso ricorderà loro l’ampiezza e la profondità della sua didattica, la disciplina della sua analisi, il coraggio delle sue convinzioni e la chiarezza delle sue argomentazioni.
GIANFRANCO GHIRLANDA
Il sacramento dell’ordine e la vita dei chierici (cann. 1008-1054; 232-297)
Roma, Gregorian & Biblical press, 2019.