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Alcuni dati statistici ci fanno capire l’importanza di questa opera: si tratta di due volumi, che contengono 1305 pagine, divise in 9 capitoli e arricchite con 5008 note a piè di pagina, mentre altre 187 pagine occupano gli annessi e gli strumenti messi a disposizione del lettore, cioè una ricca bibliografia, un annesso prosopografico con 330 note biografiche riguardanti i personaggi che appaiono nel libro, nonché gli indici delle fonti d’archivio, delle citazioni bibliche e dei nomi di persona. Il primo indice è la prova che l’autore si è documentato bene, utilizzando non soltanto gli Archivi della Santa Sede (soprattutto l’Archivio Apostolico Vaticano e l’Archivio Storico della Segreteria di Stato, Sezione Rapporti con gli Stati), ma anche altri Archivi statali, ecclesiastici e privati in Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti. Infine, ci sono 16 pagine complessive di illustrazioni.
Coco ha dato alla sua opera un ordine cronologico, come è ben indicato dai titoli dei singoli capitoli. Tuttavia accade che questa logica dell’esposizione venga interrotta quando occorre occuparsi più a fondo di qualche problema, o completare ciò che è riferito in un passaggio o in un altro. Ad esempio, quando nell’ultimo capitolo si tratta del discorso preparato da Pio XI per il decimo anniversario dei Patti Lateranensi, la cronologia della narrazione va fino al 2007, per riferire meglio la storiografia successiva degli eventi che ebbero luogo nel 1939.
Il primo dei nove capitoli, intitolato «Prologo», presenta la figura di Pio XI e le vicende più importanti dell’inizio del suo pontificato, in particolare ciò che riguardava la preparazione dei Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929. Nei 10 anni successivi, ossia nell’arco cronologico del presente studio, non mancarono gli eventi che hanno fornito all’autore sufficiente materia per i capitoli successivi, che ci conducono fino all’inizio del pontificato di Pio XII. Non è possibile riassumerli qui in poche parole. I rapporti fra lo Stato fascista e la Chiesa vi appaiono in tutta la loro complessità, facendo pensare al gioco degli scacchi (cfr p. 139), al quale sembra che si prestino i protagonisti principali del libro: Pio XI, Pacelli e Mussolini, assistiti dai loro collaboratori.
Da questa trama emergono profili assai ben delineati: Mussolini si rivela nella sua spregiudicata scaltrezza, che si bilancia con l’energica ma non sempre vincente indole di Pio XI, mentre il cardinale Pacelli appare come un osservatore pronto ad apprendere una «lezione» utile per il futuro. Accanto a loro, si intravede il ruolo avuto da p. Ledóchowski, preposito generale della Compagnia di Gesù, ma soprattutto quello giocato da p. Tacchi Venturi, eterno «corriere» tra il Vaticano e Palazzo Venezia, uomo retto e dotto, ma privo di quell’esperienza diplomatica che occorre nei momenti più difficili.
La storia finisce con un Epilogo che lascia il lettore con il nuovo Pontefice nel momento in cui questi entra nel suo ufficio, il 2 marzo 1939, per ritrovarvi la stessa immagine che accompagnava i suoi due predecessori: quella di Gesù che placa la tempesta. Un’immagine davvero simbolica, come osserva l’autore (cfr p. 1305).
Oltre che una sintesi, il lavoro di Coco rappresenta anche una buona introduzione all’apertura degli Archivi Vaticani del periodo del pontificato di Pio XII, annunciata da papa Francesco il 4 marzo 2019 e avvenuta il 2 marzo di quest’anno, perché offre un ampio spaccato dell’attività di Eugenio Pacelli come Segretario di Stato.
La politica spesso divide i popoli, ma può dividere anche il modo in cui si narra la storia, se ne parla o se ne scrive. Questo libro lascia sperare che ciò valga anche in senso contrario: cioè che la storia e i suoi cultori non abbiano paura della Chiesa, servendosi dei suoi documenti in modo oggettivo e proficuo.
GIOVANNI COCO
Il labirinto romano. Il filo delle relazioni Chiesa-Stato tra Pio XI, Pacelli e Mussolini (1929-1939), 2 voll.
Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, 2019, 1428, € 75,00.