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Il libro, scritto da p. Eugen Rachiteanu, francescano, direttore della rivista Città di Vita, ripercorre l’itinerario che caratterizza la storia e il significato delle icone a partire dall’Antico e dal Nuovo Testamento fino ai nostri giorni. Illustra il fondamento dogmatico e il principio teologico che, a partire dal II Concilio di Nicea (787 d.C.), hanno favorito la riconciliazione tra la Chiesa di Oriente e quella di Occidente e che contribuiscono ancora oggi ad affermare l’universalità della Chiesa di Cristo.
L’incarnazione di Cristo, Figlio del Padre, è la radice di ogni dis-incarnazione divina. Sull’Oreb Mosè si coprì il volto, perché aveva timore di guardare Dio (cfr Es 3,6), ma l’apostolo Paolo attesta ai Colossesi: «Egli [Cristo] è immagine del Dio invisibile» (Col 1,15). Del resto, Gesù era stato molto esplicito al riguardo: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9).
Il volume si compone di tre capitoli, le cui tappe sono così puntualizzate: 1) ricerca del fondamento antropologico e cristologico dell’icona: è la parte in cui viene chiarita la nozione della sua natura, iniziando dall’immagine del Dio invisibile; 2) senso della controversia riguardante l’iconoclastia alla luce del contributo del Concilio di Nicea, e dottrina teologica comune sia all’Oriente sia all’Occidente; 3) contributo dell’icona nella catechesi a partire dai primi nove secoli fino al Concilio Vaticano II.
Interessante è il terzo capitolo, dedicato all’analisi di tre sante immagini dell’Ultima Cena, con rilievi anche estetici e teologici: l’Ultima Cena di Taddeo Gaddi, presente nel Cenacolo del Convento di Santa Croce a Firenze; l’Ultima Cena di Leonardo; e l’icona Ultima Cena del monastero greco-cattolico Santa Maria di Baia Mare, dipinta dal maestro Motfai Nicolae nel 1999, in occasione delle celebrazioni per i 10 anni dalla caduta del comunismo in Romania.
L’incarnazione rappresenta la rivelazione del volto del Padre agli uomini nel volto del Cristo; la celebrazione eucaristica è l’attuazione e l’attualizzazione, la condivisione del messaggio d’amore trinitario tra gli uomini.
Il mondo delle icone, come ogni singola icona, è una provocazione per l’uomo contemporaneo, perché dà accesso alle realtà di un mondo che si sfugge. È bene riflettere su questo fatto: ogni icona, o immagine sacra, è una pagina artistica delle Sacre Scritture e ha lo stesso valore di una pagina scritta di esse. In entrambi i casi protagonsta è, in modo chiaro e assoluto, la Divinità.
EUGEN RACHITEANU
Iconografia della bellezza. Estetica tra Oriente e Occidente
Firenze, Città di Vita, 2019, 262, € 18,00.