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Le elezioni politiche che si sono svolte in Germania lo scorso 26 settembre hanno ufficialmente sancito la conclusione dell’era Merkel: un’epoca, durata più di 15 anni, nel corso della quale la statista tedesca è rimasta ininterrottamente alla guida dei vari governi che si sono succeduti, esercitando anche una profonda influenza tanto sugli orientamenti assunti dall’Unione Europea quanto sulle relazioni globali. Gli osservatori hanno già iniziato a riflettere sull’operato della cancelliera, cercando di valutarne i tanti aspetti; stanno tentando, in altre parole, di comprendere la parabola merkeliana, inserendola nella nostra storia recente: un’analisi finalizzata a capire anche in quale direzione si muoverà la Germania e come sarà l’Europa del prossimo futuro.
A tali questioni cercano di dare una risposta Alessandro Politi e Letizia Tortello. Il primo, autorevole studioso di geopolitica, nonché consulente di vari governi e parlamenti, ha preso in esame il ruolo svolto dalla Merkel nell’ambito dei rapporti internazionali. La seconda, redattrice presso la sezione esteri de La Stampa e autrice di numerosi reportage realizzati in giro per l’Europa, ha rivolto la propria attenzione alla biografia della Kanzlerin. Ne è risultato un contributo che appare nel complesso circostanziato, lucido e stimolante.
Emerge con chiarezza, dall’indagine dei due autori, come la Merkel si sia costantemente rivelata capace di negoziare, di dialogare con le controparti più disparate, di elaborare compromessi in grado di costituire un soddisfacente punto di equilibrio tra interessi molto diversi. Certo, nella sua attività di governo ha mostrato sovente una spiccata tendenza a prendere tempo, a tergiversare, a rinviare le decisioni, arrivando così a proiettare il proprio Paese in un particolarissimo limbo che Lucio Caracciolo, nella sua postfazione al volume, sintetizza efficacemente nell’equazione «Germania = Grande Svizzera» (p. 270). E ciononostante, quando si è trovata a percorrere i tornanti cruciali della Storia, non ha avuto paura di sfidare l’impopolarità, facendosi carico di tutti gli onori e oneri che sarebbero derivati dalle sue scelte. Gli esempi, al riguardo, non mancano di sicuro: dalla «Dichiarazione di Berlino» del 2007, passando per il celebre «Wir schaffen das», pronunciato nel 2015, fino alle scuse rese nel marzo del 2021 – durante una trasmissione televisiva – per un lockdown forse intempestivo ed eccessivamente severo.
Grazie alla notevole abilità negoziale, all’instancabile ricerca del compromesso, alla cultura della responsabilità e della discrezione, la cancelliera è riuscita a gestire le tante crisi che ha dovuto fronteggiare. Ed è interessante notare come i principali partecipanti alla recente contesa elettorale possano essere considerati, in definitiva, suoi eredi, dal momento che non sembrano affatto intenzionati a utilizzare altri strumenti. Ci si chiede però se, avvalendosi di un simile armamentario, i suoi successori siano in grado di imprimere una direzione alle radicali trasformazioni che vanno profilandosi nel contesto globale.
ALESSANDRO POLITI – LETIZIA TORTELLO
Goodbye, Merkel. Perché per sedici anni ha comandato lei
Torino, Edizioni del Capricorno, 2021, 288, € 13,00.