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Da molti anni Victor Gaetan dedica alla diplomazia vaticana servizi giornalistici di pregio su Foreign Affairs e America. Questo suo volume sulla diplomazia vaticana nel pontificato di papa Francesco può essere considerato il lavoro più approfondito che finora sia stato scritto su questo argomento.
L’autore inizia la trattazione con un’ampia introduzione alla diplomazia vaticana: la storia, i metodi, i maggiori successi storici e contemporanei, il posto che essa occupa nel sistema internazionale. Poi spiega, in maniera dettagliata, alcuni punti oscuri, come l’impegno eccezionale della Santa Sede o del Vaticano per il dialogo e nelle trattative concernenti la sovranità.
Tra gli studi recenti, God’s Diplomats è unico per il rilievo che dà alle tensioni tra il Vaticano e quello che l’autore descrive come «l’Armageddon americano», ossia le politiche che, improntate all’antiterrorismo e alla priorità della sicurezza nazionale degli Usa, hanno portato al fallimento in Medio Oriente e a gravi disordini altrove. Nel volume vengono esaminati diversi casi diplomatici, come per esempio la Corea o l’invasione statunitense di Panama. Nella seconda parte se ne considerano sette, la cui trattazione ha un valore inestimabile; qui ne ricordiamo tre.
Cuba. Le peripezie della Chiesa a Cuba delineano un racconto doloroso, di cui la relazione di Gaetan coglie tutta la drammatica difficoltà. Egli descrive passo dopo passo il progressivo riavvicinamento, con l’aiuto di papa Francesco, tra Stati Uniti e Cuba sotto la seconda amministrazione Obama, frutto di decenni di sforzi del Vaticano verso il governo comunista dell’isola e del costante sostegno dato alla Chiesa locale.
Sebbene l’autore riservi maggiore attenzione agli esponenti di parte statunitense, come Ben Rhodes, Denis McDonough e i senatori Leahy e Durbin, la descrizione che fa della collaborazione dell’amministrazione con la Santa Sede sotto il profilo «politico» è ingenerosa. Democratici liberali come Leahy e Durbin avevano da tempo ben chiaro quanto fosse ingiusto l’embargo statunitense, così come l’amministrazione Obama aveva riconosciuto le negative implicazioni umanitarie delle sanzioni imposte al popolo cubano e considerava quella politica fallimentare nel lungo periodo, e quindi necessariamente da correggere.
Cina. L’accordo del 2019 con la Cina sulla nomina dei vescovi ha costituito l’iniziativa diplomatica forse più controversa del pontificato di Francesco. Ma di fatto si è trattato di un caso esemplare dell’azione diplomatica vaticana, per i tempi lunghi che ha richiesto, per la pazienza con cui è stata condotta e per la pratica dell’amata «cultura dell’incontro» di Francesco, in cui primeggiano il contatto personale e i piccoli gesti. Un diplomatico cinese, descrivendo il Papa come un «leader zen occidentale», ha osservato: «Il tempo non gli mette fretta».
Secondo l’autore, uno sviluppo sorprendente, che ha indotto il presidente della Repubblica popolare cinese Xi a portare avanti i colloqui, è stato la calorosa accoglienza che papa Francesco ricevette nel 2015, quando entrambi i leader andarono negli Stati Uniti per il 70° anniversario delle Nazioni Unite: in quella occasione Xi si convinse del soft power del Vaticano. Gaetan afferma che «l’accordo ha significato un riconoscimento, da parte del governo cinese, del fatto che il vero centro spirituale e amministrativo della Chiesa cattolica è la Santa Sede». E conclude: «Il primo papa gesuita è riuscito a persuadere un imperatore del XXI secolo del fatto che il cattolicesimo è compatibile con il suo progetto di restaurazione dell’impero».
Ucraina. Come il capitolo sulla Cina ci è parso illuminante, così abbiamo trovato molto interessante quello dedicato ai rapporti con l’Ucraina, la Russia e la Chiesa ortodossa russa. Gaetan sottolinea che Francesco ha ottenuto rapporti di amicizia non soltanto con la Chiesa ortodossa greca, ma anche con quella ortodossa russa. Nel 2019 la stragrande maggioranza degli ortodossi ucraini si è riunita nella nuova Chiesa ortodossa ucraina, riconosciuta dal patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Sarebbe fuorviante descrivere gli scontri nel Donbass e in Crimea come guerre tra «fratelli cristiani», cioè ortodossi e cattolici, ignorando la posizione della maggioranza degli ortodossi ucraini, membri della nuova Chiesa ortodossa ucraina, ossia la più grande popolazione ortodossa (nella tradizione kievana-russa) al mondo. Non si può dimenticare che l’annessione della Crimea e l’occupazione del Donbass sono stati entrambi atti di aggressione nel contesto di una guerra ibrida.
God’s Diplomats è una lettura lunga, ma utile. Nessun altro libro spiega meglio di questo la diplomazia vaticana, né sono stati mai esaminati così da vicino lo stile diplomatico di Francesco e i suoi straordinari risultati.
VICTOR GAETAN
God’s Diplomats: Pope Francis, Vatican Diplomacy, and America’s Armageddon
Lanham, Rowman & Littlefield, 2021, 472, $ 49,00.