|
Il Dizionario di economia civile è un’opera che sfida le convenzioni dell’economia tradizionale, proponendo una visione in cui la persona, le relazioni e il bene comune prevalgono su profitto e competizione. Pubblicato ultimamente da Città Nuova, questo libro non è solo una raccolta di termini, ma una guida che invita a riflettere profondamente sul ruolo dell’economia nella società moderna.
Fin dalle prime pagine, gli autori ci conducono in un percorso che sovverte il paradigma dominante: l’economia civile non è una macchina da alimentare, ma uno strumento al servizio della dignità umana. Ogni decisione economica deve essere valutata non solo in base all’efficienza o al profitto, ma per il suo impatto sulla vita delle persone e delle comunità. In un’epoca dominata dall’individualismo, la solidarietà diventa un principio fondamentale, mentre la reciprocità emerge come valore cruciale, capace di arricchire tanto il tessuto sociale quanto quello economico. Inoltre, le reti di protezione sociale vengono presentate come elementi chiave per garantire che nessuno venga lasciato indietro, sostenendo una coesione sociale indispensabile per un’economia civile.
Gli autori sottolineano anche l’importanza di un’etica economica, come dimostra il caso della finanza etica: «termine che indica un’attenzione a temi etici nelle attività finanziarie, non solo alla modalità di gestione dell’impresa finanziaria, ma soprattutto all’oggetto degli investimenti effettuati e quindi alla “qualità etica” del portafoglio crediti o dell’allocazione degli investimenti» (p. 272). Le decisioni economiche devono essere guidate da una responsabilità verso gli altri e verso l’ambiente, ponendo la sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – al centro dell’azione. Questo cambiamento di prospettiva trasforma l’economia da scienza finanziaria a un campo profondamente radicato nella vita quotidiana.
Particolarmente intrigante è l’idea di «generatività sociale», esplorata nel libro: «Nella cultura contemporanea, l’azione è schiacciata sul presente o su un futuro di breve respiro e il tempo è frammentato in “stagni e pozzanghere”, secondo l’espressione di Bauman. L’azione generativa ricuce le dimensioni del tempo, perché riconosce le proprie condizioni di possibilità in un’eredità ricevuta dal passato, e si proietta nell’avvenire con il desiderio di trasmettere quanto ricevuto alle generazioni future» (p. 329).
Da lettori, ci chiediamo: è possibile coniugare crescita economica, rispetto ambientale e giustizia sociale? Inoltre, è possibile riconoscere che negli esseri umani esiste anche lo spirito del capitalismo? Questa domanda emerge quasi naturalmente, perché il capitalismo, con la sua spinta all’innovazione e alla crescita, è profondamente radicato nella psiche umana. Bruni e Zamagni ci offrono una risposta implicita: l’economia civile non nega la presenza di impulsi competitivi o capitalistici, ma cerca di integrarli in un modello che dia priorità alla cooperazione, alla dignità umana e al bene comune.
È un’economia che riconosce la complessità della natura umana e tenta di creare uno spazio in cui crescita economica, giustizia sociale e protezione dell’ambiente possano coesistere in modo armonico, quasi rinascimentale, perché «il Rinascimento non è stato solo il tempo di Michelangelo e Leonardo, di Pico della Mirandola, di Machiavelli e dei Medici. Fu un’età straordinaria anche per l’opera dei molti francescani, domenicani e altri ordini religiosi. Senza considerare questo Umanesimo carismatico non capiamo l’Italia moderna e l’Europa, non capiamo cos’è stata la Chiesa tra Medioevo e modernità, non capiamo il diverso capitalismo meridiano, né la diversa cultura della povertà, della ricchezza, della diseguaglianza» (p. 527).
In conclusione, quest’opera è molto più di un dizionario: è un manifesto, una proposta rivoluzionaria per un’economia civile, necessaria per costruire un futuro più equo e sostenibile. I due curatori dell’opera, Bruni e Zamagni, ci offrono una visione non solo affascinante, ma anche urgente in un mondo che ha bisogno di modelli più equi e sostenibili. È un libro che apre orizzonti e invita a ripensare il nostro rapporto con l’economia, con gli altri e con il Pianeta.