|
Il testo, 45° volume dell’Opera omnia di Antonio Rosmini, include una raccolta di 10 discorsi che il Roveretano, in qualità di pastore di anime, si è trovato a pronunciare tra gli anni Venti e Trenta dell’Ottocento, fuori dalla sua funzione di parroco. Ad essi si aggiungono l’Elogio di san Filippo Neri (declamato prima dell’ordinazione presbiterale), l’Elogio funebre di Bartolomeo Scrinzi e il Panegirico alla memoria di Pio VII, originariamente editi autonomamente e poi riuniti con i precedenti.
Da sottolineare, nonostante la giovane età di Rosmini – circa 25 anni –, la profondità dei concetti enunciati nei 10 discorsi, che sollecitano e inducono le persone di oggi a un’intensa riflessione, alla luce degli squilibri di cui soffre l’uomo contemporaneo – molti dei quali determinati dal materialismo pratico -, sottintendendo uno spirito che richiama alla mente del lettore la ricca tradizione dei Padri e dei Dottori della Chiesa.
In questo volume Rosmini afferma: «Nel trionfo della umiltà sull’uomo inorgoglito si epiloga finalmente la morale del Vangelo e tutta la Religione che l’Uomo-Dio insegnò alla terra dalla cattedra della croce» (p. 63). I Discorsi, per adoperare una metafora, sono come le dieci dita delle mani del Padre, che abbracciano amorevolmente l’umanità intera, dandole la forza per «rispondere alla sua suprema vocazione» (Gaudium et spes, n. 10). «Diciamolo pure aperto, miei venerabili Consacerdoti, non avremmo noi allora a scorgere tanta negligenza e leggerezza, tanta vanità ed ignoranza in molti sacri ragionamenti, i quali, anziché amministrare ed edificare il popol cristiano, talora lo contristano e lo scandalizzano» (p. 64).
Nella «Premessa metodologica», Gadaleta aiuta il lettore a capire lo stile argomentativo del Roveretano, riscontrabile in ogni tematica da lui trattata. Logica tipica dello scienziato, fino ad oggi non sufficientemente scandagliata.
Anche in quest’opera le parole di Rosmini si rivelano attuali e in piena sintonia con la Tradizione e il Magistero della Chiesa. Il linguaggio da lui usato è attraente, quando narra o scrive di storia o di fatti ed episodi del suo tempo, a differenza invece delle opere di teologia o di filosofia, dove la terminologia e le espressioni sono più difficili.
Tra i numerosi spunti che offrono i Discorsi, emerge in modo particolare quello che può essere considerato il cuore del declino della società contemporanea, ossia la crisi del matrimonio e della famiglia: «Qual meraviglia dunque, o miei fedeli, che si vegga oggidì tanta gioventù irreligiosa, se si veggono pur tanti genitori negligenti in educare la loro prole?» (p. 93).
Riguardo poi alle vocazioni, al di là delle statistiche inerenti alla diminuzione del clero, occorre ribadire un concetto molto caro a san Giovanni Crisostomo: Sufficit unus homo fidei zelo succensus ad totum corrigendum populum («Un solo uomo acceso di zelo per la fede basta per riformare un popolo intero»). E del beato Rosmini non si può certo dire che fosse un autore «asettico»!
ANTONIO ROSMINI
Discorsi di vario genere
a cura di LUDOVICO MARIA GADALETA – UMBERTO MURATORE
Roma, Città Nuova, 2019, 422, Є 55,00.