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La questione della salute è ormai da molto tempo al centro dell’attenzione del mondo scientifico, di quello politico e, più in generale, della società nella sua interezza. Non v’è dubbio che, quando si parla di «salute», si tocca un argomento molto delicato. Come afferma Chimirri in questo volume, la salute non si configura mai come semplice assenza di malattia, ma è piuttosto qualcosa che coinvolge l’uomo nella sua integralità e rimanda alla complessiva qualità della vita.
Proprio ponendosi su questa linea, l’autore avverte che una delle fondamentali chiavi di lettura del suo lavoro «risiede nella prospettiva multi- e inter- disciplinare, necessaria per affrontare in profondità i problemi di salute; prospettiva basata sulla preliminare concezione dell’uomo come unità psicosomatica […], per cui non si può curare il corpo prescindendo dalla psiche (e viceversa)» (p. 10).
L’autore ha potuto affrontare il tema in oggetto secondo l’ottica afferente non soltanto alla bioetica e alla psicologia, ma anche all’antropologia, alla teologia, alla morale e alla politica. Da tali indagini, concatenate e complementari, emerge un quadro ricco e variegato, che rende il testo fruibile da molte figure professionali, e nel contempo anche da un vasto pubblico.
Nei 14 capitoli in cui si snoda, il libro illustra una serie di problematiche di grande portata: dalla secolare interpretazione filosofico-religiosa della malattia come castigo all’eccesso di scientismo, che considera l’uomo unicamente come un insieme di organi; dal malaffare delle industrie farmaceutiche alla corruzione; dalla manipolazione di dati sperimentali alla pubblicità ingannevole, che approfitta della condizione di debolezza in cui versa il malato; dalla sete di denaro, che pone in primo piano l’utile economico e trasforma i pazienti da curare in «clienti» da sfruttare, all’utilizzo di protocolli quantomeno dubbi, se non palesemente dannosi. Se la medicina è «arte della cura», il medico non deve solo avvalersi di tecniche e dati esclusivamente scientifici, né pensare di avere davanti a sé non semplici organi e tessuti, ma l’intera personalità del malato.
Chimirri esprime la certezza che, senza una giusta concezione dell’uomo e, conseguentemente, della malattia, non è possibile quella «cura integrale» che si rivela essere in realtà l’unica strada percorribile per restituire piena dignità alla persona umana, specialmente quando sperimenta la sua fragilità. Chi opera nel campo della medicina deve possedere doti che vanno oltre la pur fondamentale competenza tecnica: empatia, coscienza morale, senso del dovere e della responsabilità, altruismo.
GIOVANNI CHIMIRRI
Bioetica della medicina e psicologia della cura
Roma, IF Press, 2019, 352, € 20,00.