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L’attività omiletica di Basilio, vescovo di Cesarea in Cappadocia dal 370 alla fine del 378 (il 1° gennaio 379 non è per nulla sicuro che sia la data della sua morte), non è amplissima, ma non è neppure trascurabile. Il posto d’onore spetta alle nove omelie sull’Esamerone, cioè sui primi sei giorni della creazione (cfr Gen 1,1-25), esclusa però la creazione dell’uomo, tema sul quale Basilio si riprometteva di tornare e sul quale ha raccolto del materiale confluito poi nelle due omelie La creazione dell’uomo, certamente pubblicate postume.
Importanti sono pure le Omelie sui Salmi, 13 delle quali sono ritenute autentiche. Troviamo poi alcune omelie per le feste dei martiri e una serie di altre omelie, prevalentemente di carattere morale. Il volume che presentiamo ce ne offre 18, con introduzione, traduzione e note a cura di Andrea Rossi. Esse sono da considerare come opera minore di Basilio, ma non per questo vanno trascurate o sottovalutate, non soltanto perché ci offrono preziose indicazioni sull’ambiente cristiano in area cappadoce nel IV secolo, ma anche perché ci aiutano a comprendere meglio la spiritualità di Basilio.
I temi morali sono quelli toccati più di frequente in questo volume: forte dell’insegnamento del Vangelo, Basilio attacca la società corrotta del IV secolo, dove il cristianesimo fa ancora fatica ad attecchire in profondità. Enumera i benefici del digiuno quaresimale (omelie I-II), esorta alla vigilanza su se stessi (III), denuncia l’egoismo dei ricchi (VI-VII-VIII), se la prende contro il vizio dell’ubriachezza (XIV), descrive le funeste conseguenze dell’ira (X) e dell’invidia (XI).
In un tempo in cui il battesimo degli adulti era ancora la regola, Basilio biasima l’abitudine a rimandare a tempo indeterminato l’iscrizione al catecumenato (XIII). Ci sono anche omelie più specificamente dottrinali: nell’omelia IX Basilio affronta il problema dell’origine del male; nelle omelie XV, XVI e XXIV espone quella che era la dottrina della Chiesa su Dio. Esse rivelano lo sforzo del vescovo di Cesarea di esporre in un linguaggio accessibile a tutti e con argomenti convincenti le questioni non facili riguardanti la corretta interpretazione del dogma trinitario. Questo dogma, che afferma l’esistenza di un unico Dio in tre Persone, uguali e distinte, non era ancora entrato nella catechesi comune, ed era sempre attaccato, sia da chi negava la distinzione delle Persone (sabelliani), sia da chi contestava l’uguaglianza del Figlio e dello Spirito Santo con il Padre (ariani e anomei).
La predicazione cristiana raggiunge in Basilio uno dei suoi vertici: dottrina solida, conoscenza delle situazioni, fermezza nei princìpi, comprensione delle debolezze umane, il tutto con l’appoggio costante alla Parola di Dio. Basilio è anche scrittore capace di attirare l’uditorio con la drammatizzazione. Celebre è la scena, imitata anche da sant’Ambrogio, del padre che, a causa della povertà, è costretto a vendere uno dei suoi figli. Preso «tra la necessità della fame e il sentimento paterno», si chiede: «Chi è il primo che venderò?… Devo andare dal più anziano?… da quello più giovane? Ma ho compassione della sua giovinezza, ancora inesperta delle sventure. […] Se ne lascerò andare uno, con quali occhi guarderò i restanti?… Come risiederò in casa, essendomi io stesso privato di un figlio?… E allora il padre, versando innumerevoli lacrime, va a vendere il più caro tra i figli» (pp. 113 s).
Nello stile dell’encomio, Basilio ama accumulare i benefici di una data realtà, per renderla più appetibile. Così «il digiuno genera profeti, invigorisce i forti; rende saggi i legislatori, è una difesa efficiente dell’anima, un saldo compagno del corpo, un’arma per i valorosi combattenti, una palestra per gli atleti. Respinge le tentazioni, unge alla pietà, coabita con la temperanza, genera illibatezza» (p. 41). Parimenti, il battesimo è «riscatto per i prigionieri, liberazione dai debiti, morte del peccato, rinnovamento dell’anima, veste luminosa, sigillo indistruttibile, mezzo che porta al cielo, procuratore del regno, dono di adozione» (p. 265).
Scrivendo a un amico, Basilio diceva: «Ho visto la tua anima nelle tue lettere». La stessa cosa potremmo dire di lui leggendo le sue omelie, che non perdono mai di vista il fine ultimo della vita: «Se dunque, finché sarai in questa vita, ossia in questa condizione così instabile delle cose del mondo, non sonnecchierai sui timoni [della tua nave], otterrai la cooperazione da parte dello Spirito, che, mediante dolci e miti brezze, ti farà procedere e ti traghetterà con sicurezza, finché tu sia approdato a quel porto tranquillo e sereno che è la volontà di Dio» (p. 254).
BASILIO DI CESAREA
Omelie diverse
a cura di ANDREA ROSSI
Roma, Città Nuova, 2019, 392, € 34,00.