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La firma congiunta da parte di papa Francesco e dell’imam dell’Università islamica di al-Azhar, lo sceicco Ahmad al-Tayyib, della Dichiarazione sulla «fratellanza umana» ha rilanciato la domanda su che cosa significa essere cittadini, al di là delle secche delle tensioni che attualmente sperimentiamo. Occorre oggi dare «prova di idealismo e di pragmatismo, dobbiamo essere realisti esemplari», ha auspicato il re del Marocco durante la recente visita di Francesco nel suo Paese. E questo soprattutto perché, ha specificato il Papa, abbiamo «una grande storia da costruire».
Per questo La Civiltà Cattolica ha deciso di organizzare «Essere Mediterranei», un Seminario sul Mare Nostrum inteso come «laboratorio» di cittadinanza. Con traiettorie ampie dalla Spagna alla Grecia, dal Marocco al Libano, da Malta all’Albania si rifletterà sulla convivenza comune. Pensiamo a quel che in questi giorni sta accadendo in Libia – e le relazioni di Italia e Francia col Paese – o in Algeria. La rivalità delle tradizioni che hanno formato il mondo mediterraneo ha dominato la storia di questa regione da secoli, ma non è presunzione pensare al loro riavvicinamento. Nel contesto nel quale si sono sviluppate le tre religioni monoteistiche, la firma di Abu Dhabi ha decisamente negato gli usi strumentali di Dio e della religione legati ai fondamentalismi, cancro del Mediterraneo.
Al Seminario saranno presenti esperti, giornalisti e accademici, che si occuperanno di tutti i singoli Paesi rivieraschi. E questo anche considerando il prossimo «Incontro di riflessione e di spiritualità per la pace nel Mediterraneo», organizzato dai vescovi italiani, che si svolgerà a Bari nel febbraio 2020 e che coinvolgerà i pastori dell’area.
È impossibile – la storia oltre che la geografia ce lo impedisce –, parlare di Mediterraneo senza coinvolgere la riflessione e la spiritualità propria delle tre grandi religioni abramitiche e pure – tra i cristiani – senza accomunare nella riflessione Roma e Costantinopoli. Saranno quindi presenti cattolici, ortodossi, islamici ed ebrei. Il Seminario si concluderà sabato 13 aprile alle ore 18,00 con una conferenza aperta al pubblico dal titolo «Fratelli e cittadini nel Mediterraneo. La profezia di Papa Francesco e dell’imam di Al-Azhar». Relatori saranno Antoine Courban dell’Università “Saint-Joseph” di Beirut; Izzeddin Elzir, imam di Firenze; Anna Foa, dell’Università “La Sapienza” di Roma.
È nostra convinzione che la Dichiarazione congiunta potrebbe dare frutti anche per l’Europa, e non solo. Anche in Europa infatti il tema del passaggio da abitanti a cittadini è un passaggio cruciale per l’oggi e per il domani. Siamo abitanti dell’Europa ma non ci sentiamo cittadini europei.
Il seminario sarà introdotto da interventi di p. Antonio Spadaro, Marco Impagliazzo, Riccardo Cristiano e Paolo Branca. Sui singoli Paesi interverranno: Iacopo Scaramuzzi (Francia), Dario Menor Torres (Spagna), Francesco De Leo (Monaco); Alberto Bobbio (Balcani); Roberto Morozzo della Rocca (Albania); p. René Mario Micallef (Malta); Nikos Tzoitis (Grecia e Cipro); Giancarlo Bosetti (Turchia); Luca Geronico (Siria), Riccardo Cristiano (Libano); Gianni Valente (Giordania e Palestina); Giorgio Bernardelli (Israele); Mourad Zidane el Amrani (Marocco); Farid Adly (Libia); Federica Zoja (Tunisia); Mario Giro (Algeria e Magreb), Azzurra Meringolo (Egitto).