La rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino è stata, come ha detto e ripetuto più volte il Papa, per il bene della Chiesa. Il suo gesto è stato segno della sua grande umiltà e della sua libertà spirituale. In questo articolo si presentano, in estrema sintesi, alcuni suoi significativi contributi nell’ambito della filosofia politica, dell’antropologia teologica e dell’ecclesiologia. Si fa notare come egli abbia dovuto affrontare, durante il suo Pontificato, sfide difficili e come sia stato sincero fautore dell’ecumenismo e del dialogo religioso. La Chiesa che Benedetto XVI si lascia alle spalle farà tesoro dell’eredità del suo insegnamento, espresso in tanti suoi testi. Essa ha bisogno anche di una rinnovata energia, di una guida forte e di una nuova visione, soprattutto in un Occidente inquieto per la mancanza di fede. L’Autore insegna Teologia alla Loyola Marymount University (Usa).
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