L’articolo considera l’ufficio (munus) e la potestà primaziale del Romano Pontefice, secondo i Concili Vaticano I e Vaticano II e alcuni documenti ecclesiastici più recenti. L’ufficio del Romano Pontefice deve essere sempre considerato all’interno della Chiesa e del collegio episcopale, e quindi sempre in una stretta relazione con la Chiesa e i vescovi, presi nel loro insieme come collegio; è un ministero, perché, essendo lo strumento attraverso il quale Cristo per azione dello Spirito mantiene uno e indiviso il collegio dei vescovi, garantisce l’unità di tutto il popolo di Dio nell’unica fede apostolica e nei sacramenti. Viene anche ribadito che la relazione tra i vescovi e il Romano Pontefice deve essere regolata dal principio di comunione, e si ricorda il Documento di Ravenna del 2007, che pone la reciproca interdipendenza tra primato e conciliarità al livello locale, regionale e universale, per cui «il primato deve essere sempre considerato nel contesto della conciliarità e, analogamente, la conciliarità nel contesto del primato»