
Da 167 anni, cioè sin dal 1850, La Civiltà Cattolica intende offrire ai suoi lettori la condivisione di un’esperienza intellettuale illuminata dalla fede cristiana e profondamente innestata nella vita culturale, sociale e politica dei nostri giorni. Con il presente quaderno essa raggiunge il numero 4.000, un traguardo davvero raro nella storia delle riviste culturali. Facendo una sorta di check di salute quando la rivista compiva 100 anni, nel 1950 Pio XII poteva concludere: «Vigoreggia il vostro periodico e conserva quasi intatta la freschezza della sua vita giovanile». E Paolo VI, al compimento dei 125 anni, la definiva «giovanile e pugnace». Oggi noi confidiamo che essa diventi «più giovane a misura del suo invecchiare», come disse Giovanni XXIII al direttore dell’epoca, il p. Tucci — divenuto poi cardinale —, il 9 febbraio 1963.
Le riviste culturali nei primi anni del nostro Novecento e tra le due guerre mondiali hanno rappresentato un luogo vivo e inquieto di scambio, incontro e scontro culturale, di valori e di idee. La Civiltà Cattolica, nel suo «fortunoso viaggio» nel tempo, come lo definivano nel 1892 i nostri predecessori giunti al numero 1.000, non è mai venuta meno alla sua missione, anche se in forme e con contenuti differenti. Il termine «rivista», del resto, deriva dal verbo «rivedere» e indica il compito di confrontare, esaminare, giudicare. Oggi non si tratta ovviamente di fare proclami o campagne ideologiche, ma certamente di avere una coscienza critica attiva, capace di dichiarare gusti e prospettive, e soprattutto capace di aprire scenari, ispirare l’azione e la sensibilità.
Il contributo de La Civiltà Cattolica è serio e qualificato, ma non elitario. Non è mai stato tale. Essa soprattutto è una rivista che, sin dall’epoca del nostro Risorgimento, vuole condividere le proprie riflessioni non solamente con il mondo cattolico, ma con ogni uomo impegnato seriamente nel mondo e desideroso di avere fonti di formazione affidabili, capaci di far pensare e di far maturare il giudizio personale. Anche se in modalità molto differenti nel corso di ormai quasi 170 anni, la rivista ha inteso fare da ponte, interpretando il mondo per la Chiesa e la Chiesa per il mondo. Questo è anche ciò che papa Francesco ci chiede nel chirografo che ha voluto offrire alla rivista come augurio per la pubblicazione del suo fascicolo numero 4.000: La Civiltà Cattolica sia «una rivista ponte, di frontiera e di discernimento».
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Giovanni Paolo II, nel 1982, incontrando
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