«Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me,che sono mite e umile di cuore,e troverete ristoro per la vostra vita» (Mt 11,29).
Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-81) è considerato uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. Le sue opere tratteggiano il mistero insondabile dell’essere umano in bilico tra bene e male. Le grandi questioni etiche e religiose – come il libero arbitrio e l’esistenza di Dio – sono al centro dei suoi quattro «grandi» romanzi: Delitto e castigo (1866), L’idiota (1869), I demoni (1871) e I fratelli Karamazov (1880).
Il potere evocativo delle opere di Dostoevskij è straordinario: in forma narrativa, egli affronta le grandi domande teologiche dell’uomo. Il risultato è una prospettiva teologica sulla vita aperta a numerosi orizzonti di riflessione. Per questo le sue opere possono offrire lo spunto per alcune considerazioni su un concetto teologico fondamentale come quello di salvezza. Tema centrale per il cristianesimo, la salvezza non può essere definita dogmaticamente in tutta la sua complessità.
In queste pagine cercheremo dunque di tracciare alcune linee di riflessione su questo tema, a partire da alcune opere dello scrittore russo. In particolare, sono due le prospettive che affronteremo. In primo luogo, cercheremo di esplorare la dimensione salvifica della mitezza di Cristo, frutto di un suo sguardo misericordioso verso ogni uomo. Poi ci concentreremo su un aspetto più metanarrativo: possiamo parlare di un cammino di salvezza del lettore di Dostoevskij, di chi legge le sue pagine, in dialogo con la penna dello scrittore russo?
È un percorso in tre tappe: partiamo dalla figura di Gesù – così come emerge da alcuni testi di Dostoevskij –, per passare poi al protagonista de L’idiota, simbolo di Cristo, e infine alla relazione tra i due personaggi principali di Delitto e castigo: Sonja e Raskolnikov.
“Per comprendere il sentire religioso di Dostoevskij, è essenziale guardare al suo interesse per la figura di Cristo.
Il Cristo di Dostoevskij
Per comprendere il sentire religioso di Dostoevskij, è essenziale guardare al suo appassionato interesse per la figura di Cristo. A questo proposito, uno dei testi dello scrittore russo è altamente emblematico. In una commovente lettera scritta subito dopo la sua liberazione dalla Siberia, egli afferma: «Quante terribili sofferenze mi è costata e mi costa ora questa sete di fede, la quale è tanto più forte nell’anima mia, quanto più sogno gli argomenti contrari! E tuttavia Dio mi manda talvolta dei minuti nei quali io sono del tutto sereno;
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