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ABSTRACT – Il 5 febbraio scorso, nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, si è tenuta la sessione di apertura della causa di beatificazione di p. Pedro Arrupe (1907-1991), che è stato un uomo di Dio, dello Spirito e del discernimento.
La 31a Congregazione Generale lo elegge Preposito generale della Compagnia di Gesù il 22 maggio 1965. Viene colpito da una trombosi cerebrale il 7 agosto 1981, e il 3 settembre 1983 la 33a Congregazione Generale accetta la sua rinuncia all’incarico di preposito generale. Muore a Roma, nella Curia generale, il 5 febbraio 1991, dopo quasi 10 anni di malattia.
Tre amori sintetizzano la sua vita: Gesù Cristo, la Chiesa, la Compagnia. Adempie al suo «quarto voto» con un servizio «affettivo ed effettivo» al Papa. Egli accetta gli eventi della sua vita come «colpi di timone» decisivi, inaspettati e radicali di Dio: il Giappone, l’elezione a Preposito generale, la malattia… Profeta del rinnovamento conciliare, influenza il rinnovamento della Chiesa e della vita consacrata, e in questo, nel tempo delle tensioni post-conciliari, non fu sempre ben interpretato né dentro né fuori della Compagnia.
Tutti i suoi biografi osservano che p. Arrupe dormiva pochissimo e pregava molto. Non era però un «uomo di Dio» soltanto perché pregava molto, ma anche perché ragionava e decideva secondo le categorie divine.
Da buon discepolo di Ignazio, riconosceva il Signore come la dimensione assoluta della sua vita; tutto il resto era relativo. Aveva congiunto in sé l’essere «un uomo di Dio e un uomo dello Spirito», vale a dire un uomo che si lasciava guidare da Dio, attento a non mettergli limiti e a non rinchiuderlo in categorie umane anguste. Credeva davvero che lo Spirito regge la Chiesa, e in essa la Compagnia di Gesù. Qui affonda le radici il suo contagioso ottimismo, che alcuni interpretavano come ingenuità e perfino come carenza di doti di governo. Il suo ottimismo aveva una forte componente di fiducia nel Signore che guida la storia e nella capacità umana di migliorare le situazioni.
Ricordo che quando ero studente gesuita a Roma sentii alla radio un’intervista fatta a p. Arrupe. Una delle domande dell’intervistatore fu: «Per lei chi è Gesù Cristo?». P. Arrupe rimase in silenzio per qualche istante, come guardando nell’intimo della propria anima, e rispose con una sola parola: «Tutto». Poi aggiunse: «Togliete Gesù dalla mia vita, e questa crollerà come un castello di carte».
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PEDRO ARRUPE. THE CAUSE OF BEATIFICATION HAS BEEN OPENED
On February 5, the Basilica of St. John Lateran in Rome saw the opening session of the cause of beatification of Fr. Pedro Arrupe (1907-1991), who was a man of God, of the Spirit and of discernment. Three loves summarize his life: Jesus Christ, the Church, and the Society of Jesus. Fr. Pedro Arrupe accepted the events of his life as decisive, unexpected and radical changes in direction by God. Prophet of the conciliar renewal, he influenced the renewal of the Church and consecrated life. He fulfilled his fourth vow with an affective and effective service to the pope. He died after 10 years of illness, his last “yes” was to the mystery of God.