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A 20 anni dalla morte di Fellini, Ettore Scola ricorda l’amico e collega con un film, Che strano chiamarsi Federico, che assomiglia a un album di ricordi. Si parte con il diciannovenne Federico, che a Roma trova lavoro nella redazione della rivista satirica Marc’Aurelio. Conosce Aldo Fabrizi e Roberto Rossellini, con cui collabora nella realizzazione di alcuni film. Passato dietro la macchina da presa, si distacca dall’apparato paraletterario del cinema per abbandonarsi all’ispirazione del momento. Scola si sofferma sulle scorribande notturne di Fellini in automobile e sugli incontri con personaggi stravaganti, dai quali apprendeva lezioni di vita.