Nel 1986, a seguito di un pretestuoso falso, il «neoconcepito» si vedeva negata la dignità di «essere umano» fino al 14° giorno dopo l’avvenuto concepimento. Anche la legge, in molte nazioni, si adeguò a tale impostazione degradandolo a mero «oggetto disponibile», fino al punto di concederne l’utilizzazione a fine di ricerche. L’A., già direttore dell’Istituto di Genetica umana all’Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma), dimostra che nei primi 14 giorni l’embrione umano non è un «cumulo di cellule», denominato «pre-embrione»; è invece un vero «individuo» geneticamente umano, con la propria identità individuale data dal suo genoma, che lo dota del potere di autocostruirsi. Un’etica veramente umana ne impone il massimo rispetto.
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L’EMBRIONE UMANO «CUMULO DI CELLULE» O «INDIVIDUO UMANO»?
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